Ravello: differenze tra le versioni

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Recupero questa citazione: l'ho inserita nella pagina dell'autore (Citazioni di E. M. Forster) con fonte, ora la inserisco in Ravello. Se si preferisce un'altra fonte, può essere sostituita nelle pagine degli autori . Idem per le traduzioni (una traduzione ufficiale è senz'altro preferibile), si può sostituire la traduzione prima nella pagina dell'autore, poi nella pagina Ravello, perché devono essere identiche
Ho 'creato' la pagina biografica, ossia dell'autore della citazione completa di fonte. Ora inserisco nella voce tematica Ravello. Lo stesso, volendo, si può fare per Cosima Wagner, e la citazione che si è dovuta annullare diventa perfettamente valida, granitica. Un annullamento motivato non è una critica o un atto ostile. E' successo anche a Sun-Crops. di vedersi qualche citazione annullata, poi correttamente reinserita
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*Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la piú dilettevole parte d’Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d’Amalfi, piena di piccole cittá, di giardini e di fontane e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantía sí come alcuni altri. Tra le quali cittadette n’è una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v’abbia di ricchi uomini, ve n’ebbe giá uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo; al quale non bastando la sua ricchezza, disiderando di raddoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se stesso. ([[Giovanni Boccaccio]])
*{{NDR|Affascinato dalla bellezza di [[Ravello|Villa Rufolo]]<ref>Wagner visitò Ravello il 26 maggio 1880.</ref>, Wagner esclamò:}} Ecco il giardino incantato di Klingsor! ([[Richard Wagner]])
*Non credo che su tutta la terra ci sia una proprietà meglio situata della villa o Palazzo Ruffoli di Ravello. Si può dire Villa o Palazzo o meglio ancora: quel giardino sistemato in mezzo alle rovine dell'antico Palazzo Ruffoli insieme, com'è d'obbligo, al giardino di un certo Mr Reed. ([[Friedrich Spielhagen]])
*Raggiungemmo quindi l'antica Ravello e ci trovammo tutto ad un tratto in una città moresca, con torri e case di stile arabo, fabbricata di tufo nero solitaria e tranquilla, abbandonata, quasi morta, sopra una verde pendice del monte. Si direbbe che è segregata da tutto il resto del mondo; non si vedono che alberi e rocce e da qualche punto il mare in lontananza. Nei giardini si osservano alte torri nere, case di stile moresco con arabeschi in parte rovinati, finestre ad arco con piccole colonne. Sulla piazza del Mercato, presso la chiesa, sorge un antico edificio di architettura araba, con ornati di gusto fantastico e con colonne meravigliosamente lavorate negli angoli. Il tetto riposa sopra una graziosissima cornice. Questo edificio è designato col nome di teatro moresco e non vi è dubbio che era il palazzo degli antichi signori di Ravello, imperocchè questa città, ora deserta e derelitta, fu un tempo una colonia fiorente di Amalfi che contava trentaseimila abitanti. Ricche famiglie vi avevano introdotto il lusso a cui davano origine le loro relazioni con l'Oriente e il continuo commercio con i Saraceni stabiliti in Sicilia. ([[Ferdinand Gregorovius]])
*Ravello è un delizioso paese con un delizioso piccolo albergo nel quale incontrammo persone piene di charme. ([[E. M. Forster]])