Cesare Cantù: differenze tra le versioni

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==''Storia degli Italiani''==
===[[Incipit]]===
La penisola italica, estesa su trentatre milioni di ettare fra il 24º e il 36º meridiano, e fra il 35º e il 47º parallelo, è chiusa a settentrione e ponente dalla giogaja delle Alpi, che col titolo di Marittime, Cozie, Graje, Pennine, Leponzie, Retiche, Carniche, Giulie, disegnano un semicerchio di 1562 chilometri dal Varo, confine di Francia, sin al golfo del Quarnero al lembo della Dalmazia. Centinaja di valli solcano que’ monti, alcune leggermente, altre estesamente profonde, come la Valtellina, la Leventina, quelle del Piave e d’Aosta; e riescono in un ampio anfiteatro, che forma la parte continentale dell’Italia.
 
===Citazioni===
*{{NDR|La vicenda biografia di [[Macalda di Scaletta|Macalda Scaletta]]}} Della vita di que' baroni ci è saggio la storia di [[Macalda di Scaletta]]. Vedova di un [[w:Guglielmo d'Amico|Guglielmo d'Amico]], esigliato al tempo degli Svevi, era andata profuga in abito di frate Minore, stette a [[Napoli]], a [[Messina]], e da [[Carlo d'Angiò]] ricuperò i beni confiscati al marito. Sposatasi ad [[w:Alaimo di Lentini|Alaimo di Lentini]], uno de' più fervorosi nel [[w:Vespri siciliani|Vespro]], tradì i Francesi che a lei, come beneficata da Carlo, rifuggiavano in [[Catania]], della qual città suo marito fu fatto governatore. Quand'egli andò alla guerra di Messina, essa ne tenne le veci; e sui quarant'anni, pure ancor bella, generosa net donare, vestiva piastre e maglie; e con una mazza d'argento alla mano, emulava i cavalieri ne' cimenti guerreschi. Di sua onestà chi bene disse, chi ogni male. Aspirò agli amori di [[w:Pietro III d'Aragona|re Pietro]], lo accompagnò, gli chiese ricovero; ma egli non volle comprenderla, di che essa pensò vendicarsi.<br/> Alaimo fu poi fatto maestro giustiziere, e valse a reprimere i molti che reluttavano alla nuova dominazione, e acquistò tal reputazione che eccitò la gelosia dell'infante [[w:Giacomo II d'Aragona|don Giacomo]]. La crescevano i superbi portamenti di Macalda, la quale tenevasi alta fin con [[w:Costanza di Hohenstaufen|Costanza]], e non volea dirle regina, ma solo madre di don Giacomo; se compariva alla Corte, era per isfoggiare abiti e gioie. Contro ogni decenza, volle in un convento passar la gravidanza e il parto, sol per godere l'amenità del luogo : Costanza fu a visitarla, e n'ebbe accoglienze sgarbate; offri di levar al battesimo il neonato, e Macalda rispose non voler esporlo a quel bagno freddo, poi tre giorni appresso vel fece tenere da popolani. Costanza, mal in salute, si fece portare in lettiga da Palermo al [[w:duomo di Monreale|duomo di Monreale]]; e Macalda essa pure, per le strade della città e fin a [[w:Nicosia|Nicosia]] in lettiga coperta di scarlatto, di che fu un gran mormorare. Re Giacomo viaggiava con trenta cavalli di scorta; e Macalda con trecento, e volea far da [[w:Giustiziere (funzionario)|giustiziere]], e apponeva a re Pietro di avere mal compensato coloro, che del resto l'aveano domandato compagno e non re.<br/> Alaimo condiscendeva alla moglie, e dicono le giurasse non dar mai consigli a danno de' Francesi, anzi procurarle il ritorno in Sicilia. Se il facesse noi sappiamo ; certo i re aragonesi gli si avversarono, fors'anche per la solita ingratitudine a chi più beneficò. Giacomo finge spedire Alaimo in gran diligenza a suo padre in Catalogna per sollecitarne ajuti : Alaimo va, è accolto con ogni maniera di cortesia ; ma appena egli partì, la plebe di Messina, sollecitata dal [[Ruggiero di Lauria|Loria]], lo grida traditore, affollasi alla sua casa ad ammazzare i Francesi prigionieri di guerra che vi tenea, e così quelli che stavano nelle carceri e che egli aveva salvati. Macalda accorse per sostenere i suoi fautori, ma vide il marito dichiarato fellone e confiscatigli i beni, Matteo Scaletta fratello di lei, decapitato; ella stessa chiusa in un castello, forse vi lini la vita. Alaimo, dopo alquanti anni, fu rimandato verso la Sicilia, e come fu in vista della patria isola, buttato in mare. (Vol. IV, cap. CII, p. 177)
 
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===''Margherita Pusterla: racconto storico''===
Entrando il marzo del 1340, i Gonzaga signori di Mantova avevano aperta una corte bandita nella loro città, con tavole disposte a chiunque venisse, con musici, saltambanchi, buffoni, fontane che sprizzavano vino, tutta insomma la pompa colla quale i tirannelli, surrogatisi ai liberi governi in Lombardia, procuravano di stordire i generosi, allettare i vani, ed abbagliare la plebe, sempre ingorda dietro a queste luccicanti apparenze.
 
===''Storia degli Italiani''===
La penisola italica, estesa su trentatre milioni di ettare fra il 24º e il 36º meridiano, e fra il 35º e il 47º parallelo, è chiusa a settentrione e ponente dalla giogaja delle Alpi, che col titolo di Marittime, Cozie, Graje, Pennine, Leponzie, Retiche, Carniche, Giulie, disegnano un semicerchio di 1562 chilometri dal Varo, confine di Francia, sin al golfo del Quarnero al lembo della Dalmazia. Centinaja di valli solcano que’ monti, alcune leggermente, altre estesamente profonde, come la Valtellina, la Leventina, quelle del Piave e d’Aosta; e riescono in un ampio anfiteatro, che forma la parte continentale dell’Italia.
 
==Note==