Max Brooks: differenze tra le versioni

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'''Maximillian Brooks''' (1972 – vivente), scrittore, sceneggiatore e attore statunitense.
 
==''Manuale per sopravvivere agli zombi''==
===[[Incipit]]===
I morti camminano tra noi. Zombi, morti viventi, comunque li si voglia chiamare questi sonnambuli sono la minaccia più terribile per l’umanità, dopo l’umanità stessa. Sarebbe impreciso chiamare loro predatori e noi prede. Altro non sono che una peste, e la razza umana ne è l’ospite. Le vittime più fortunate vengono divorate, le ossa completamente spolpate, la carne consumata. Quelle meno fortunate passano dalla parte degli aggressori, trasformate in putridi mostri carnivori. Contro queste creature le strategie di guerra e il pensiero tradizionali non servono a nulla. La scienza del porre fine alla vita, sviluppata e perfezionata sin dai primordi della nostra esistenza, non può proteggerci da un nemico che non ha alcuna «vita» cui porre fine. Significa dunque che i morti viventi sono invincibili? No. È possibile fermare queste creature? Sí. Il migliore alleato dei nonmorti è l’ignoranza, il loro più atroce nemico la conoscenza. Ecco perché è stato scritto questo libro: per rendere disponibili le conoscenze necessarie a sopravvivere contro queste bestie disumane. (p. 6)
 
===Citazioni===
*Troppo spesso ai non-morti si attribuiscono poteri sovrumani: forza fuori dal comune, velocità della luce, telepatia, ecc. Si è parlato di zombi che volano o che si arrampicano come ragni su superfici verticali. Benché simili caratteristiche siano un ottimo ingrediente per storie sensazionali, il singolo zombi è in realtà ben lontano dall’essere un demone magico e onnipotente. Non bisogna dimenticare che il corpo del non-morto è, sotto tutti gli aspetti pratici, umano. I cambiamenti che avvengono riguardano il modo in cui questo nuovo corpo rianimato viene utilizzato dal cervello ora infetto. Non c’è zombi che possa volare a meno che non lo potesse già fare da essere umano. Lo stesso vale per la capacità di creare campi di forza, teletrasportarsi, muoversi attraverso i solidi, trasformarsi in lupo, sputare fuoco, o tutta una serie di altre misteriose abilità attribuite ai morti viventi. Immaginiamo il corpo umano come una borsa degli attrezzi. Il cervello non-morto ha a disposizione quegli attrezzi e soltanto quelli. Non ne può creare di nuovi dal nulla, ma può, come vedremo, utilizzarli in modi inusuali e spingerli oltre i normali limiti di resistenza umani. (p. 12)
*L'incapacità di riconoscere ed evitare il dolore è ciò che rende i morti ambulanti tanto formidabili. Le ferite non vengono neppure notate e, quindi, non possono fermare un attacco. Anche con il corpo gravemente danneggiato, uno zombi continuerà ad attaccare finché di lui non rimarrà più nulla. (p. 14)
*Sarebbe impreciso affermare che gli zombi non hanno cuore. Non è invece impreciso affermare che in pratica non se ne fanno niente. Il sistema circolatorio dei non-morti non è che una rete di inutili tubicini pieni di sangue congelato. (p. 16)
*Gli umani che credono di aver seminato i propri inseguitori non-morti farebbero bene a ricordare la storia della lepre e della tartaruga, con la differenza che in questo caso la lepre ha buone possibilità di essere divorata viva. (p. 17)
*Scegliere le armi giuste (mai portarne con sé una sola) può fare la differenza tra uccidere un mucchio di zombi e diventare uno di loro. Nell’affrontare i non-morti è facile credere nella strategia super-commando: dotarsi delle armi più potenti e pesanti possibili e uscire a «fargli il culo». Questa, oltre a una sciocchezza, è un vero suicidio. Gli zombi non sono certo come le guardie di quei film di guerra in cui un prigioniero riesce a fuggire da solo: non crollano al tappeto con la prima raffica di mitra a salve. Armarsi per affrontare gli zombi richiede attenta riflessione, sangue freddo e l'analisi pratica di tutti i fattori determinanti. (p. 26)
*L'[[M16 (fucile d'assalto)|M16 modello A1]] è considerato da molti il peggiore fucile d'assalto mai inventato. Il meccanismo di sparo eccessivamente complicato è difficile da pulire e tende a incepparsi. Per regolare il mirino, cosa che va fatta ogni volta che il bersaglio si avvicina o si allontana, bisogna usare uno spillo, una penna a sfera o qualcosa del genere. E se non lo si ha o lo si è perso? [...] I primi risultati in battaglia durante la guerra del Vietnam furono talmente scarsi che i guerriglieri comunisti si rifiutavano di raccogliere i fucili degli americani caduti. Il nuovo M16 modello A2, anche se migliorato sotto vari aspetti, è tuttora considerato un’arma di seconda categoria. Se ne avete la possibilità, fate come i Vietcong e scartate l'M16 a priori. (p. 37)
*Gli americani hanno un rapporto particolare con le pistole. Sembrano apparire in ogni film, ogni programma televisivo, ogni romanzo, ogni fumetto. Gli eroi americani le hanno sempre portate, dallo sceriffo del vecchio West all’intrepido poliziotto di città. I criminali ci vanno a nozze; liberali e conservatori ne discutono continuamente. I genitori ne tengono lontani i figli e gli industriali ci fanno immense fortune. La pistola è sinonimo di America forse ancor più dell’automobile. Ma questa icona culturale quanto è utile di fronte a una folla di carnivori appena tornati dal mondo dei morti? A dire il vero non molto. (p. 39)
 
==''World War Z. La guerra mondiale degli zombi''==
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==Bibliografia==
*Max Brooks, ''Manuale per sopravvivere agli zombi'', traduzione di Stefano Suigo, Einaudi, 2012, ISBN 978-88-06-21126-4
*Max Brooks, ''World War Z. La guerra mondiale degli zombi'', traduzione di Nello Giugliano, Cooper, 2013, ISBN 978-88-7394-072-2