William Shakespeare: differenze tra le versioni

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*Chi muore senza portar nella tomba una pedata, dono di un amico? ('''Apemanto''': atto I, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che [[tramonto|tramonta]]. ('''Apemanto''': atto I, scena II)
*Ogni cosa che dice crea un nuovo debito, egli dewve di più a ogni parola. ('''Flavio''', atto I, scena II)
*Bestie selvagge molto più miti dell'uman genere. ('''Timone''', atto IV, scena I)
*''O [[sole]], tu di vita almo ministro, | suggi infetti vapori dalla terra, | che ne sia ammorbata tutta l'aria | sotto l'orbe di tua sorella luna!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999)
*''La [[uomo|creatura umana]], | assediata com'è da tanti guai, | una volta salita a gran fortuna, | non è capace di reggersi in essa | se non sprezzando altre creature umane.'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999)
*''Tant'[[oro]] come questo è sufficiente | a fare nero il bianco, bello il brutto, | giusto l'ingiusto, nobile il volgare, | giovane il vecchio, vile il coraggioso. | O dèi, perché? Che cos'è questo, o dèi? | Questo allontanerà dai vostri altari | i vostri preti e i vostri servitori, | questo farà strappare da sotto il capo | dei vivi moribondi gli origlieri. | Questo giallo ribaldo | cucirà insieme e romperà a vicenda | ogni fede, renderà sacro l'empio, | farà gradita l'aborrita lebbra, | metterà i ladri nei posti migliori | e darà loro titoli onorifici | e inchini e generale approvazione | dai senatori seduto a consesso. | È lui che fa che l'avvizzita vedova | si rimariti: lei, cui l'ospedale | e l'ulcerose piaghe in tutto il corpo | fanno apparire cosa disgustosa, | l'oro imbalsama, rende profumata | e riconduce ai giorni dell'aprile. Vieni, vieni, metallo maledetto, | tu, puttana di tutto l'uman genere, | motivo di discordia tra le genti, | saprò ben io quel che fare di te, | in modo cònsono alla tua natura!'' ('''Timone''': atto IV, scena 3; 1999)
*Tu proprio dell’umana condizione non hai mai conosciuto il giusto mezzo: conosci solo i due eccessi estremi. ('''Apemanto''', atto IV, scena III)
*Qui io giaccio, Timone, colui che in vita odiò tutti gli uomini; passa e impreca pure, ma non sostare qui mai. ('''Alcibiade''', leggendo l'epitaffio di Timone, atto V, scena V)
 
==''Tito Andronico''==