Raffaello Giovagnoli: differenze tra le versioni

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*Il crescente disordine nel caos dell'amministrazione; le finanze sperperate; il pubblico erario, fra l'aumentare delle imposte più odiose, sempre esausto; le prigioni rigurgitanti di liberali; le vie dell'esilio piene dei lamenti e delle maledizioni di migliaia di profughi; la giustizia nome vano e ad essa sostituito il più sfacciato favoritismo, il più laido mercimonio, sotto l'impero di regolamenti e di costituzioni feudali e medioevali, contraddicentesi ed opposte fra di loro; l'istruzione popolare in balia dei gesuiti e de' loro proseliti; proibita la stampa e la diffusione di libri e di giornali; combattuta la illuminazione a gas, le strade ferrate, gli asili infantili, le applicazioni di qualsiasi scoperta, o trovato della scienza... ecco quali furono le condizioni dello Stato romano durante il pontificato di [[Papa Gregorio XVI|Gregorio XVI]]. (cap. 1, p. 20)
*Il 1º giugno 1846 il pontefice Gregorio XVI, abbandonato da tutti i familiari, anche dal suo diletto aiutante di camera Gaetanino<ref>Gaetano Moroni.</ref>, privo di bevande e di nutrimento, a un'ora pomeridiana, cessava di vivere per sfinimento senile, accresciuto dall'inedia, dopo un regno di quindici anni, tre mesi e ventinove giorni, fra i motteggi di Pasquino, le maledizioni dei liberali e la indifferenza apatica e quasi ostile della plebe di Roma. (cap. 1, p. 24)
*Ingegno fervido e potente, {{sic|nudrito}} di molteplici e seri studî, ardente spiritualista, suffuso di una nube di misticismo – che si palesa anche nel suo stile, caldo, robusto, entusiasta, talora un po' retorico, qua e là un po' turgido, un po' asmatico –, [[Giuseppe Mazzini]] ebbe un unico intendimento, una sola idealità, all'attuazione della quale consacrò tutto sé stesso dal 1831 in poi: porre a fondamento dell'ordinamento sociale due concetti, espressi, nella sua famosa formula: ''Dio e Popolo''; concetti che egli armonizzava sopra un cardine morale, il ''dovere'', dal quale soltanto scaturisce il ''diritto''. Quindi, per l'Italia, l'unità nazionale da conseguirsi con la democrazia e per la democrazia, con due mezzi: ''pensiero'' ed ''azione'', val quanto dire con la educazione dei giovani per prepararli alla lotta delle armi e al sacrificio di sé stessi. (cap. 1, pp. 41-42)
 
==Note==