William Shakespeare: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*È fino al sepolcro di Cristo che noi andremo a guidare un bellicoso esercito d'[[Inghilterra|Inglesi]]... ('''Enrico''':, parte I, atto I, scena I, p. 156)
*L'[[Inglese]] è nato per cacciar l'infedele dalle sante pianure, che toccarono quei piedi divini, che per nostra salute furono, son già quattordici secoli, confitti in croce. ('''Enrico''':, parte I, atto I, scena I, p. 155-156)
*Non sarà mai detto ch'io mi sia dannato per l'amore d'alcun figlio di [[re]] cristiano. ('''Falstaff''':, parte I, atto I, scena II, p. 160)
*Dei miei falli io voglio fare uno strumento d’arte, e scegliere il momento di redimermi quando la gente meno se l’aspetti. ('''Principe''', parte I, atto I, scena II)
*Infatti, mio signore, | io non v'ho mai negato i prigionieri [...]. ('''Hotspur''': atto I, scena III; Raponi)
*Il [[sangue]] e il [[coraggio]] s'infiammano di più a risvegliarInfatti, unmio leonesignore, cha| aio darnon lav'ho cacciamai anegato uni timidoprigionieri daino[...]. ('''Hotspur''':, parte I, atto I, scena III, p.; 167Raponi)
*Il [[sangue]] e il [[coraggio]] s'infiammano di più a risvegliar un leone, che a dar la caccia a un timido daino. ('''Hotspur''', parte I, atto I, scena III)
*L'[[idea]] di un gran fatto varca sempre i limiti della moderanza. ('''Northumberland''': atto I, scena III, p. 167)
*Quando la celia è tanto spinta, e massimamente a piedi, io la detesto. ('''Falstaff''':, parte I, atto II, scena II, p. 174)
*Non v'è che frode in uno scellerato; ma un [[viltà|codardo]] è peggio cento volte di un bicchier di vino adulterato; uno scellerato codardo. ('''Falstaff''':, parte I, atto II, scena IV, p. 182)
*IoTi capiscoposso ilinsegnare linguaggiocome deiscornarlo, tuoiil bacidiavolo, |col edir tula quello dei mieiverità. ('''MortimerHotspur''':, parte I, atto III, scena I; Raponi)
*Io capisco il linguaggio dei tuoi baci, | e tu quello dei miei ('''Mortimer''', parte I, atto III, scena I; Raponi)
*Signore, Signore, quanto siamo soggetti noi vecchi a questo vizio del mentire.
:Dio,*In Dio,codesto cometuo noitorso uomininon c’è posto per fede, daverità vecchied onestà, siamopiena soggetticom’è aldi trippa vizioe di mentire!budella. ('''FalstaffPrincipe''':, parte I, atto III, scena II; RaponiIII)
*L'onore è solo uno stemma usato ai funerali. ('''Falstaff''', parte I, atto V, scena I)
*''Signori, il tempo della [[vita]] è breve. | Ma quand'anche la vita, | cavalcando la sfera del quadrante, | giungesse al suo traguardo dopo un'ora, | anche quel breve corso | sarebbe esageratamente lungo, | se trascorso in un'esistenza vile. | Se vivremo, vivremo per calcare | i nostri piedi sui corpi di [[monarchia|re]]; | se morremo, morire sarà bello | trascinando alla morte anche dei principi. | Assicurate le vostre coscienze: | l'armi son belle e giuste | se giusto è il fine per cui son brandite.'' ('''Hotspur''':, parte I, atto V, scena II; Raponi)
*C'è un'incapacità nell'uomo, innata, a separar l'età dall'avarizia, più che non a tenere separata la carne giovane dalla lussuria; ma l'una è castigata dalla [[gotta]], l'altra dalla [[sifilide]]; ma i mali che sono già per lui codesti due mi dispensano dall'indirizzargli anche tutte le mie maledizioni... ('''Falstaff'''; Parte II, atto I, scena II; Raponi, p. 232)
*Maledetti pensieri degli uomini! Il passato e l'avvenire sembrano esser meglio; e le cose presenti appaiono, per contro, le peggiori. ('''Arcivescovo di York''', parte II, atto I, scena III)
*Ah sir Giovanni, sir Giovanni, conosco assai bene il modo che avete di distorcere la verità e di tramutarla in menzogna. ('''Giudice supremo''', parte II, atto II, scena I)
*Abbiamo sentito le campane di mezzanotte. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II)
*Signore, Signore, quanto siamo soggetti noi vecchi a questo vizio del mentire. ('''Falstaff''', parte II, atto III, scena II)
:Dio, Dio, come noi uomini, da vecchi, siamo soggetti al vizio di mentire! (Raponi)
*Dio solo sa, figlio mio, quali sentieri intricati e strade tortuose mi hanno condotto alla corona. ('''Re Enrico''', parte II, atto IV, scena III)
*Mio padre è sceso nella tomba gravato dalle sue dissolutezze. ('''Principe Enrico''', parte II, atto V, scena II)
 
===Citazioni sull'opera===
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===Citazioni sull'opera===
*È più facile avere una mentalità difensiva, «da bunker», stando nell'occhio del ciclone piuttosto che ritirandosi su un'isola, da cui si può ritornare dicendo, come Miranda nella «Tempesta», «o magnifico nuovo mondo che contiene simili abitanti». ([[Richard Newbury]])
 
===''Le allegre comari di Windsor''===
===[[Incipit]]===
====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico====
''A Windsor. Una strada davanti alla casa di Page. Alberi e una panchina.<br>Si avvicinano il giudice Shallow, Slender e il reverendo Ugo Evans, parlando vivacemente.''<br>
'''Shallow''' (''con calore''): E inutile, reverendo. Non cercate di persuadermi. Ne farò un caso da Camera Stellata. Non uno, ma venti Giovanni Falstaff, non riuscirebbero a raggirare il cavaliere Roberto Shallow.<br>
'''Slender''' (''approvando''): Roberto Shallow, giudice di pace della contea di Gloucester, uno dei ''quorum''.<br>
'''Shallow''': Già, nipote Slender, e ''Custalorum''.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}}
 
====Goffredo Raponi====
''Windsor, davanti alla casa di Giorgio Page.<br>Entrano il giudice ZUCCA, mastro STANGHETTA e Don Ugo EVANS''<br>
'''Zucca''' – No, don Ugo, non mi convincerete; porterò la questione all'Alta Corte.<ref>""'' will make a Star Chamber of it''": "Farò di ciò una questione da Camera Stellata". Si chiamava "Camera Stellata" ("''Star Chamber''") la sala del palazzo reale di Westminster dove sedeva il Consiglio della Corona in funzione di tribunale penale, che da quella camera prendeva il nome.</ref> Foss'egli pure venti sir John Falstaff, non tratterà così Roberto Zucca, scudiero...<ref>"''Robert Shallow, esquire''": "''esquire''" era il titolo onorifico che precedeva, nella gerarchia araldica, quello di "''knight''", "cavaliere"; esso spettava di diritto ad alcuni funzionari di nomina regia tra cui i giudici di pace.</ref><br>
'''Stanghetta''' – ... e giudice di pace e ''coram''<ref>Questo "''coram''" come il successivo "''rotulorum''" sono corruzioni e contrazioni maccheroniche del linguaggio curialesco: "''coram''" è corruzione del "''quorum''" della formula "''quorum unum vos esse volumus''", "dei quali noi vogliamo che voi siate uno" con la quale il sovrano nominava i suoi dignitari; "''costalorum''" è corruzione di "''custos rotulorum''", "custode dei rotuli", come si chiamavano i preposti alla giustizia ("''rotula''" erano, nel tardo latino, i cartigli contenenti i testi delle leggi); "''rotulorum''" è ripetizione pappagallesca della stessa parola.</ref> nella contea del Gloucester.<ref>Si legga "Glo-ster" per la metrica.</ref><br>
'''Zucca''' – Già, nipote Stanghetta, e ''costalorum''.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}}
 
===Citazioni===
*... qui ci sarà uno stupro della pazienza d'Iddio e dell'inglese del re! ('''Signora Quickly''', atto I, scena IV)
*E allora il mondo è un'ostrica, e io l'apro con la spada. ('''Pistola''', atto II, scena II)
*Gli articoli sono governati dal pronome e vanno declinati. ''Singulariter nominativo: "hic, haec, hoc"''. ('''William''', atto IV, scena I)
*Le mogli possono essere allegre, e pure oneste. ('''Meg''', atto IV, scena II)
 
==''Lucrezia violata''==
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'''Messaggero''': Di grado pochi, e di nome nessuno.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990}}
 
====Nadia Fusini====
<center>''(La casa di Leonato)''</center>''Entrano Leonato, governatore di Messina, la figlia Ero e la nipote Beatrice con un messaggero''<br>
'''Leonato''': Da questa lettera apprendo che Don Pedro d'Aragona sarà a Messina stasera.<br>
'''Messaggero''': Dovrebbe essere già qui, era a meno di tre leghe di distanza, quando l'ho lasciato.<br>
'''Leonato''': Quanti gentiluomini avete perduto in quest'azione?<br>
'''Messaggero''': Pochi di valore, e nessuno di fama.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009}}
 
====Goffredo Raponi====
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===Citazioni===
*Ma una cosa è certa: tutte le donne mi amano, a parte voi. E vorrei proprio scoprire che in fondo non sono poi così duro di cuore, ma la verità è che non ne amo nessuna. ('''Benedick''', atto I, scena I)
*Uomo con [[barba]] è più che uomo giovane, | e uomo senza barba è men che uomo: [...]. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*L'amicizia è leale in tutto tranne che negli affari e nelle questioni di cuore., i cuori innamorati è meglio che usino la propria lingua, è meglio che ogni occhio tratti per sé, non si fidi di nessuno. ('''Claudio''', atto II, scena I)
*Il [[silenzio]] è l'araldo più perfetto | della felicità; e quella mia | sarebbe una felicità da nulla | se si potesse esprimere a parole. ('''Claudio''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Eh, no, mia madre urlava, monsignore; | ma in cielo era una stella ballerina, | ed è sotto quel segno ch'io son nata. ('''Beatrice''': atto II, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Io disporrò le cose in modo che appaia non Ero, ma l'apparente verità dell'infedeltà sua e la gelosia si farà certezza. ('''Borraccio''', atto II, scena II)
*Eh, sì, tutti son buoni a farsi forti | al dolore degli altri, | eccetto chi lo deve sopportare. ('''Benedetto''': atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Basta con le apparenze, io denunzio le apparenze. ('''Claudio''', atto IV, scena I)
*Ma tu eri mia, e come mia t'ho amata, | come mia t'ho lodata; era ben mia | quella cosa di cui andavo fiero; | e mia sì fortemente la sentivo, | da non appartenere più a me stesso | con altrettanta forza, tanto in alto | è stata sempre lei nella mia stima. ('''Leonato''': atto IV, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Ma la virilità s'è squagliata tutta in inchini, il coraggio in complimenti, e gli uomini ora sono tutti lingua, e che lingue vezzose! ('''Beatrice''', atto IV, scena I)
*[...] giacché nessun [[filosofo]] | seppe mai sopportare stoicamente | nemmeno il più banale mal di denti, | anche se tutti ne han potuto scrivere | in uno stile degno degli dèi | ed abbiano guardato con sussiego | ai casi ed ai malanni della vita. ('''Leonato''': atto V, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Che cos'è quella faccia da [[febbraio]], | gelida, nuvolosa, tempestosa? ('''Don Pedro''': atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*Quando ero in vita ero l'altra tua sposa; e, quando mi amavi, eri l'altro mio sposo. ('''Ero''', atto V, scena IV)
*Una Ero è morta disonorata, ma io vivo. E, com'è vero che vivo, sono vergine. ('''Ero''', atto V, scena IV)
 
==''Otello''==
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regnano.</ref> la visita di Stato che gli deve.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Il racconto d'inverno]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}}
 
===''Le allegre comari di Windsor''===
====Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico====
''A Windsor. Una strada davanti alla casa di Page. Alberi e una panchina.<br>Si avvicinano il giudice Shallow, Slender e il reverendo Ugo Evans, parlando vivacemente.''<br>
'''Shallow''' (''con calore''): E inutile, reverendo. Non cercate di persuadermi. Ne farò un caso da Camera Stellata. Non uno, ma venti Giovanni Falstaff, non riuscirebbero a raggirare il cavaliere Roberto Shallow.<br>
'''Slender''' (''approvando''): Roberto Shallow, giudice di pace della contea di Gloucester, uno dei ''quorum''.<br>
'''Shallow''': Già, nipote Slender, e ''Custalorum''.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''Le allegre comari di Windsor'', traduzione di Emilio Cecchi e Suso Cecchi d'Amico, Newton, 1990}}
 
====Goffredo Raponi====
''Windsor, davanti alla casa di Giorgio Page.<br>Entrano il giudice ZUCCA, mastro STANGHETTA e Don Ugo EVANS''<br>
'''Zucca''' – No, don Ugo, non mi convincerete; porterò la questione all'Alta Corte.<ref>""'' will make a Star Chamber of it''": "Farò di ciò una questione da Camera Stellata". Si chiamava "Camera Stellata" ("''Star Chamber''") la sala del palazzo reale di Westminster dove sedeva il Consiglio della Corona in funzione di tribunale penale, che da quella camera prendeva il nome.</ref> Foss'egli pure venti sir John Falstaff, non tratterà così Roberto Zucca, scudiero...<ref>"''Robert Shallow, esquire''": "''esquire''" era il titolo onorifico che precedeva, nella gerarchia araldica, quello di "''knight''", "cavaliere"; esso spettava di diritto ad alcuni funzionari di nomina regia tra cui i giudici di pace.</ref><br>
'''Stanghetta''' – ... e giudice di pace e ''coram''<ref>Questo "''coram''" come il successivo "''rotulorum''" sono corruzioni e contrazioni maccheroniche del linguaggio curialesco: "''coram''" è corruzione del "''quorum''" della formula "''quorum unum vos esse volumus''", "dei quali noi vogliamo che voi siate uno" con la quale il sovrano nominava i suoi dignitari; "''costalorum''" è corruzione di "''custos rotulorum''", "custode dei rotuli", come si chiamavano i preposti alla giustizia ("''rotula''" erano, nel tardo latino, i cartigli contenenti i testi delle leggi); "''rotulorum''" è ripetizione pappagallesca della stessa parola.</ref> nella contea del Gloucester.<ref>Si legga "Glo-ster" per la metrica.</ref><br>
'''Zucca''' – Già, nipote Stanghetta, e ''costalorum''.<br>
{{NDR|William Shakespeare, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/shakespeare/index.htm Le gaie mogli di Windsor]'', traduzione originale di Goffredo Raponi}}
 
===''Troilo e Cressida''===
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*William Shakespeare, ''Misura per misura'', traduzione di Mario Praz, Newton, 1990.
*William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Maura Del Serra, Newton, 1990.
*William Shakespeare, ''Molto rumore per nulla'', traduzione di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2009. ISBN 9788807822087
*William Shakespeare, ''Opere Complete'', traduzione e note da Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963.
*G. Shakespeare, ''[http://www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea%20di%20testi%20di%20genere%20diverso/Elenco%20opere/imgPCI58.pdf Otello o Il moro di Venezia]'', traduzione di Michele Leoni, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1823.