William Shakespeare: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Più il cristallo del firmamento è terso, e vie più le nubi che l'ingombrano sembrano nere e deformi. ('''Bolingbroke''': atto I, scena I, p. 78)
*Il diamante prezioso, racchiuso con dieci sbarre di ferro in uno scrigno, è il [[coraggio]] in un cuor leale. Il mio onor è la mia vita; tutti e due non fan che uno. ('''Mowbray''': atto I, scena I, p. 81, Utet, 1923)
*Quella che noi appelliamo pazienza nelle anime volgari, è bassezza e viltà nei cuori magnanimi. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923)
*Il dolore allorché è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore. (atto I, scena I, p. 83, Utet, 1923)
*Non siamo nati per supplicare, ma per comandare.
:Noi siamo nati non per postulare, ma per imporre. ('''Riccardo''': atto I, scena I, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
*La sventura fa di un'ora un giorno. (atto I, scena III, p. 90, Utet, 1923)
*Tutti i luoghi, che l'occhio del Cielo vede, sono pel saggio porti di salvezza e asili di felicità. (atto I, scena III, p. 91, Utet, 1923)
*Nessuna virtù può eguagliare il bisogno. ('''Gaunt''': atto I, scena III)
*La [[vanità]], insaziato cormorano, consumato tutto il resto, addenta le sue viscere. ('''Gaunt''': atto II, scena I)
*Egli viene ad aprire il testamento vermiglio d'una guerra sanguinosa.<ref>Citato in [[Ai confini della realtà (serie televisiva 1959) (prima stagione)|''Ai confini della realtà'', prima stagione]]: «Egli è venuto ad aprire il testamento purpureo della sanguinosa guerra.»</ref> ('''Riccardo''': atto III, scena III; traduzione di Goffredo Raponi)
*Voi potete spogliarmi dei miei titoli, della mia maestà, delle mie glorie: delle mie pene, no, perché di queste ancora e sempre sarò io il re. ('''Riccardo''': atto IV, scena II, traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber)
 
===Citazioni sull'opera===
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===Citazioni===
*La vostra bellezza fu causa di quest'effetto, la vostra bellezza che mi incitava nel sonno a dare la morte a tutto il mondo per poter vivere un'ora sola sul vostro dolce seno. ('''Riccardo''': atto I, scena II)
*Non insegnare alle tue labbra tale disprezzo, perché esse furono fatte per baciare, non per disprezzare, signora. Se il tuo cuore vuole vendetta e non può perdonare, ecco questa spada affilata: se vuoi trafiggere questo petto e farne uscire l'anima che ti adora, lo denudo al colpo mortale, e umilmente in ginocchio ti chiedo la morte. ('''Riccardo''': atto I, scena II)
*'''Anna''': Sei tu che ignori, infame,<br/>tutte le leggi di Dio e degli uomini.<br/>Non c'è [[animale|bestia]] che sia tanto feroce<br/>da non conoscere almeno un briciolo<br/>di pietà.<br/>'''Riccardo''': Ma io non la conosco,<br/>perciò non sono bestia. (atto I, scena II; Raponi)
*Vesto così la mia nuda perfidia | con vecchi stracci carpiti a casaccio | dai sacri testi; e mostro d'esser pio | quanto più mi comporto da demonio.<ref name=v/> ('''Riccardo''': atto I, scena III; Raponi)
*Un [[cavallo]]! Un cavallo!<br/>Il mio regno per un cavallo! ('''Riccardo''': atto V, scena IV; Raponi)
:''A horse! a horse! my kingdom for a horse!''
 
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===Citazioni===
*L'[[amore]] può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato [[Cupido]] viene dipinto col volto bendato. ('''Elena''': atto I, scena I)
:L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto bendato.
* Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana. ('''Lisandro''': atto I, scena I)
*Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci. ('''Demetrio''': atto II, scena I)
*Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e [[Dafne (mitologia)|Dafne]] lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la [[coraggio e viltà|vigliaccheria]] ci insegue e la [[coraggio e viltà|prodezza]] fugge. ('''Elena''': atto II, scena I)
*''Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà.'' (formula magica di Oberon: atto II, scena II)
* Non c'è occhio d'uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c'è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio. ('''Rocchetto''': atto IV, scena I)
*Pazzo, amante, [[poeta]]: tutti e tre sono composti sol di fantasia. ('''Teseo''': atto V, scena I)
*Può ben dire la sua un [[leone]], quando a dir la loro ci sono tanti [[asino|asini]] in giro. ('''Demetrio''': atto V, scena I)
*La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?