Enzo Paci: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Enzo Paci: L'arte nel pensiero di Gentile
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==Citazioni di Enzo Paci==
*La ''Filosofia dell'arte'', scritta nel 1931, è un punto cruciale nel pensiero del [[Giovanni Gentile|Gentile]]. Qui l'arte esiste soltanto se non è risolta nel pensiero pensante, cosa che d'altra parte non può non fare. Però se l'arte si risolve nel pensiero pensante è pensiero e non arte e come arte non esiste. L'arte si pone ma ponendosi si nega: è inafferrabile, si può vivere ma non pensare. Se si pensa muore.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', serie Saper tutto, quarta edizione, Garzanti, Milano, 1963, cap. 3, p. 64.</ref>
*[...] [[Miguel de Unamuno|Unamuno]] aveva visto la caratteristica dell'esistenza umana nel dramma dell'azione spezzata tra il sogno e la realtà, tra l'agonia del finito e la fede. Per Unamuno l'esistenza si può salvare nel paradosso della fede di Don Chisciotte perché il sogno è intensificazione della vita: si tratta sempre di un tono pragmatistico fortemente critico rispetto alla razionalità del pensiero e in fondo polemico verso la stessa filosofia.<br>Vivere, come «se il sogno di Don Chisciotte fosse realtà»: questa potrebbe essere la formula di Unamuno.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', ivi, cap. 5, p. 123.</ref>
*Quando si parla di [[romanticismo]] si pensa alla difesa del sentimento, dell'irrazionale, allo slancio e alla passione dell'infinito, al gusto dell'oscuro e dell'indeterminato. Ed è vero che nei romantici è dominante il senso dell'infinito. È anche vero, però, che i romantici cercavano nel sentimento e, come nel caso di Friedrich Schlegel, nell'eros, la soluzione di un dualismo, del dualismo tra la natura e lo spirito e tra l'inconscio e la coscienza, nel quale rientra anche il dualismo tra il finito e l'infinito.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', ivi, cap. 2, p. 15.</ref>
*Risuscitando il mito di Faust [[Thomas Mann|Mann]] fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemporaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.<ref>da ''Profili: Thomas Mann'', ''L'Italia che scrive'', a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.</ref>
 
==''Introduzione all'esistenzialismo di Jaspers''==
===[[Incipit]]===
Con Hegel la filosofia tedesca sembra conquistarsi il suo più vasto orizzonte. Sotterranee correnti del misticismo medievale e della Riforma [[Martin Lutero|luterana]], motivi dello spirito nordico, rifioriti a contatto con la primavera classica e con lo spiritualismo cristiano, un fervore di vita possente che si costruisce da solo i propri limiti per la gioia di spezzarli, una coscienza sovrumana dell'intimo legame che unisce l'uomo al cosmos, l'individuo alla storia: tutto sembra condurre Hegel alla grande meta, all'universale armonia che risplendeva, come un irraggiungibile dono, nella chiarità notturna dell'anima gotica, nell'ansia secolare dell'individualismo germanico di imprigionare il cielo, di rinserrare nella volontà umana l'infinità dello spirito.
===Citazioni===
*Col trionfo della nuova filosofia l'uomo scopre in sé l'inesauribile potenza della creazione spirituale e rivive, nella storia del proprio pensiero e della propria vita, il divenire del mondo. (p. 187)
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*In [[Martin Heidegger|Heidegger]], ripensati filosoficamente, si ritrovano i termini del «Tristano»: l' ''esistenza banale'', in cui l'uomo disperde se stesso nella chiacchiera e nellasuperficialità del suo rapporto sociale con gli altri, equivalente al mondo della luce che Tristano ed Isotta tradiscono ed obliano; l' ''essere-per-la-morte'', che per Heidegger è la vera storicità, dove l'uomo si trova di fronte al nulla, equivalente a quel mondo che i due amanti raggiungono solo con la morte, nella voluttà di sommergersi nell'infinito. (p. 195)
*E la fedeltà al proprio destino che Jaspers, richiamandosi a Nietzsche, ha riportato in primo piano come problema filosofico, non ci fa pensare a Sigfrido che solo completa nella sconfitta e nella morte il senso del proprio mito, morte dovuta a tradimento, è vero, ma legata all'incapacità dell'eroe fanciullo di diventare, di essere un uomo? E non c'è nella fatale sconfitta, nello scacco o naufragio di [[Karl Jaspers|Jaspers]], qualcosa di disperatamente fedele al pessimismo di Wagner?
 
==''La filosofia contemporanea''==
*Quando si parla di [[romanticismo]] si pensa alla difesa del sentimento, dell'irrazionale, allo slancio e alla passione dell'infinito, al gusto dell'oscuro e dell'indeterminato. Ed è vero che nei romantici è dominante il senso dell'infinito. È anche vero, però, che i romantici cercavano nel sentimento e, come nel caso di Friedrich Schlegel, nell'eros, la soluzione di un dualismo, del dualismo tra la natura e lo spirito e tra l'inconscio e la coscienza, nel quale rientra anche il dualismo tra il finito e l'infinito.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', ivi, (cap. 2, p. 15.</ref>)
*La ''Filosofia dell'arte'', scritta nel 1931, è un punto cruciale nel pensiero del [[Giovanni Gentile|Gentile]]. Qui l'arte esiste soltanto se non è risolta nel pensiero pensante, cosa che d'altra parte non può non fare. Però se l'arte si risolve nel pensiero pensante è pensiero e non arte e come arte non esiste. L'arte si pone ma ponendosi si nega: è inafferrabile, si può vivere ma non pensare. Se si pensa muore.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', serie Saper tutto, quarta edizione, Garzanti, Milano, 1963, (cap. 3, p. 64.</ref>)
*[...] [[Miguel de Unamuno|Unamuno]] aveva visto la caratteristica dell'esistenza umana nel dramma dell'azione spezzata tra il sogno e la realtà, tra l'agonia del finito e la fede. Per Unamuno l'esistenza si può salvare nel paradosso della fede di Don Chisciotte perché il sogno è intensificazione della vita: si tratta sempre di un tono pragmatistico fortemente critico rispetto alla razionalità del pensiero e in fondo polemico verso la stessa filosofia.<br>Vivere, come «se il sogno di Don Chisciotte fosse realtà»: questa potrebbe essere la formula di Unamuno.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', ivi, (cap. 5, p. 123.</ref>)
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Enzo Paci, ''Introduzione all'esistenzialismo di Jaspers'', in ''Logos'', Vol. II, S. A. Editrice Perrella, Roma 1940.
*Enzo Paci, ''La filosofia contemporanea'', serie Saper tutto, quarta edizione, Garzanti, Milano, 1963.
 
==Altri progetti==