Enzo Paci: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Enzo Paci==
*[...] [[Miguel de Unamuno|Unamuno]] aveva visto la caratteristica dell'esistenza umana nel dramma dell'azione spezzata tra il sogno e la realtà, tra l'agonia del finito e la fede. Per Unamuno l'esistenza si può salvare nel paradosso della fede di Don Chisciotte perché il sogno è intensificazione della vita: si tratta sempre di un tono pragmatistico fortemente critico rispetto alla razionalità del pensiero e in fondo polemico verso la stessa filosofia.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', serie Saper tutto, quarta edizione, Garzanti, Milano, 1963, cap. 5, p. 123.</ref>
*Quando si parla di [[romanticismo]] si pensa alla difesa del sentimento, dell'irrazionale, allo slancio e alla passione dell'infinito, al gusto dell'oscuro e dell'indeterminato. Ed è vero che nei romantici è dominante il senso dell'infinito. È anche vero, però, che i romantici cercavano nel sentimento e, come nel caso di Friedrich Schlegel, nell'eros, la soluzione di un dualismo, del dualismo tra la natura e lo spirito e tra l'inconscio e la coscienza, nel quale rientra anche il dualismo tra il finito e l'infinito.<ref>da ''La filosofia contemporanea'', serie Saper tutto, quarta edizione, Garzanti, Milano, 1963ivi, cap. 2, p. 15.</ref>
*Risuscitando il mito di Faust [[Thomas Mann|Mann]] fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemporaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.<ref>da ''Profili: Thomas Mann'', ''L'Italia che scrive'', a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.</ref>