Josip Broz Tito: differenze tra le versioni

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*Fascino e astuzia hanno permesso a Tito di presentarsi per oltre trent'anni agli occidentali come un amico tormentato ma deciso, e i suoi seguaci e successori sono stati abili nel sostenere e arricchire la tesi secondo cui sarebbero spiacenti ma comunque costretti a tornare all'ovile sovietico se l'occidente non desse loro ciò di cui hanno bisogno.
*Il giudizio generale su Tito, suggerito in Jugoslavia dal partito comunista in quarant'anni di monopolio dei mass media e ampiamente diffuso e condiviso all'estero, è che colui che dominò tanto a lungo quel paese fu, pur con colpe ed errori, un grande patriota e un politico visionario. Un esame attento della sua vita smentisce completamente tali valutazioni. Infatti, Tito, come patriota nacque tardi. Egli si identificò con la Jugoslavia solo dopo i 42 anni. Nel 1914, quando scoppiò la prima guerra mondiale, l'idea jugoslavia era già ampiamente diffusa nei Balcani, e Tito aveva ventidue anni. Egli fece allora la sua prima esperienza di guerra come sottufficiale di quell'esercito austro-ungarico che invase la Serbia e, probabilmente, coloro che avrebbero potuto diventare suoi compatrioti furono tra i primi che uccise.
*Normalmente, quasi tutti i politici di successo dicono una cosa e ne fanno un'altra, ma anche in questo Tito si distinse tra i contemporanei per le sue virtù ciarlatanesche.
*Tito non permise mai che il suo credo marxista interferisse con il suo desiderio di impressionare non solo i suoi compatriotti, ma anche i rappresentanti esteri. Ma il proletariato, avendo vinto la guerra di classe permise a Tito, suo rappresentante di diritto, di godere e di adornarsi dei paludamenti del potere propri di un re ereditario o di un barone.