A. J. P. Taylor: differenze tra le versioni

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*Il 1848 fu l'anno decisivo della storia tedesca, e quindi europea: ricapitolò il passato della Germania e ne anticipò il futuro. Echi del Sacro Romano Impero si fusero in un preludio del «Nuovo Ordine» nazista; le dottrine di Rousseau e le dottrine di Marx, l'ombra di Lutero e l'ombra di Hitler, si scontrarono in frenetica successione. Mai vi è stata una rivoluzione ispirantesi in ugual misura alla fede illimitata nella potenza delle idee; mai una rivoluzione ha in ugual misura screditato, con i suoi risultati, la potenza delle idee. Il successo della rivoluzione screditò le idee conservatrici; il suo fallimento le idee liberali. Dopo di essa, non rimase nulla all'infuori della idea di «forza», e questa idea rimase da allora in poi al timone della storia tedesca. (Capitolo IV. 1848: l'anno del liberalismo tedesco, p. 79)
*{{NDR|[[Theobald von Bethmann-Hollweg]]}} A differenza dei suoi predecessori, egli non aveva esperienza alcuna di politica o di relazioni internazionali. Non possedeva neppure quel senso di stare coi piedi sulla terra che deriva dall'essere un grande proprietario terriero: era un funzionario civile di Francoforte, appartenente ad una famiglia che per generazioni aveva fornito agli Hohenzollern dei burocrati, e si sarebbe trovato molto più a suo agio nella insipida, coscienziosa amministrazione di Federico Guglielmo II, che non nell'atmosfera febbrile della «politica mondiale». (Capitolo IX. La crisi della Germania degli Hohenzollern, p. 201)
*{{NDR|Theobald von Bethmann-Hollweg}} Colto, simpatico, onesto, trasudava buone intenzioni: desiderava una riconciliazione con la Russia, buoni rapporti con l'Inghilterra, giustizia persino con gli slavi meridionali, collaborazione persino con i socialdemocratici. Tutto quel che gli mancava era un qualsiasi senso del potere; e avvenne così che questo «grande gentiluomo» (un termine tratto dalle eleganti pagine di Gooch<ref>George Peabody Gooch (1873–1968), giornalista e storico britannico.</ref>) divenne, grazie alla sua stessa irresponsabilità, il responsabile della crisi di Agadir, della violenza militare a Saverne, della violazione della neutralità belga, della deportazione di popolazioni vinte, e della guerra sottomarina illimitata: crimini che andavano molto al di là di quelli di Bismarck, tutti estremamente ripugnanti a Bethmann, ma sorretti tutti dalla sua inesauribile coscienza di funzionario di Stato. (Capitolo IX. La crisi della Germania degli Hohenzollern, pp. 201-202)
*Il piano di guerra tedesco {{NDR|il [[piano Schlieffen]], usato nella [[prima guerra mondiale]]}}, formulato meditatamente dallo stato maggiore e dato inconsciamente per scontato dal popolo tedesco, era un piano per una guerra breve, una ripetizione dei successi del 1866<ref>La guerra austro-prussiana, {{cfr}} [[w:Guerra austro-prussiana|voce su Wikipedia]].</ref> e del 1870<ref>La guerra franco-prussiana, {{cfr}} [[w:Guerra franco-prussiana|voce su Wikipedia]].</ref>. La Francia doveva essere sconfitta in sei settimane, la Russia in sei mesi; l'Inghilterra, divisa all'interno e priva di un esercito continentale, sarebbe stata esclusa dall'Europa. Di qui l'assenza di ben definiti obiettivi di guerra; di qui la resa di tutti i partiti al potere militare; di qui il fatale metodo di finanziamento della guerra per mezzo di prestiti e di carta moneta: un'indennità avrebbe rimesso tutto a posto entro pochi mesi. Nel settembre 1914 questo piano andò incontro al disastro nella battaglia della Marna, gloria imperitura delle armi francesi. L'occasione di una vittoria rapida si affievolì, scomparve. (Capitolo IX. La crisi della Germania degli Hohenzollern (1906-1916), pp. 210-211)