Anarchia albanese del 1997: differenze tra le versioni

situazione sociale e politica dell'Albania nel 1997
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Citazioni sull'anarchia albanese del 1997.

File:Viti97.jpg
Sciaccallaggio d'un arsenale, 1997

Citazioni

  • Come cittadina di questo mio paese tanto travagliato, come comunista e antifascista per più di 50 anni, seguo con ansia la situazione di questi giorni in Albania e specialmente a Valona. La ribellione popolare, manifestatasi in molti centri (regioni) d'Albania, è il risultato non soltanto della perdita dei loro risparmi nelle finanziarie a piramide da parte della maggioranza della popolazione, ma è l'esplosione di tutte le illusioni provate dalle masse popolari per come il regime dell'attuale presidente Sali Berisha, ha diretto l'economia, la politica e la vita sociale. Il popolo ha constatato che lo hanno derubato dei voti, come lo hanno derubato di tutti i suoi risparmi e dei beni guadagnati con tanto sudore. Adesso il regime toglie anche la libertà e la vita a tutti coloro che gli sono avversari e che lo criticano. Questo regime di Sali Berisha non rispetta né leggi né diritti umani. Oggi, in Albania il potere è nelle mani dei fascisti e antidemocratici, che contro i manifestanti hanno mobilitato e armato tutte le forze di polizia, di sicurezza statale (lo Shik - Servizio informativo nazionale) e dell'esercito. (Nexhmije Hoxha)
  • Le manifestazione dell'intera popolazione di Valona e le manifestazioni di protesta a Tirana ed in altre città stanno testimoniando che il popolo albanese non ha perso, in questi difficili anni, il coraggio di combattere contro le ingiustizie, non ha perso la dignità che lo ha caratterizzato durante secoli e negli ultimi decenni, mostrando che è un popolo di una cultura millenaria. (Nexhmije Hoxha)

Sali Berisha

  • È proprio sulla crisi delle finanziarie che si è innestata la spirale di violenza, scatenata dagli agit-prop comunisti per la conquista del potere. Mentre le bande mafiose davano l’assalto alle caserme e alle carceri, gli ex agenti della Sigurimi - la polizia segreta di Enver Hoxha - diffondevano la voce, in Albania e all’estero, che il Partito Democratico aveva costruito le società piramidali e si era arricchito rubando milioni di dollari agli ignari investitori.
  • È vero, a dare il via alla rivolta armata sono stati piccoli gruppi di banditi. Ma la loro sommossa trovava terreno fertile nel malcontento popolare per il crac delle finanziarie. Un malcontento - lo avevo dichiarato pubblicamente - che doveva essere convogliato nelle urne, alle quali volevo affidare il giudizio del Paese sul mio operato e su quello del mio governo. Ma la rivolta, sulla quale la criminalità e i comunisti gettavano benzina, è divenuta ben presto incontrollabile.
  • Senza una sconfitta delle mafie non ci sarà alcun futuro per l'Albania. Quando nel '92 vinsi le prime elezioni libere, il Paese era a pezzi. Eppure dissi che il problema numero uno non era la crisi economica, ma il ristabilimento dell'ordine pubblico. Adesso ci ritroviamo nella stessa situazione di anarchia, anzi, stiamo peggio di allora. Il crimine organizzato dilaga ed ora è anche super-armato: durante la rivolta dello scorso anno sono spariti dalle caserme oltre un milione di fucili e altrettante cartucce, un centinaio di bazooka, circa 200 mitragliatrici pesanti, bombe di ogni tipo e persino una quindicina di carri armati. E, naturalmente, a questo governo screditato e connivente nessuno pensa di restituire neanche un bossolo.

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