Paolo Rossi (calciatore): differenze tra le versioni

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{{Intestazione2|''«L'agente? Io trattavo da solo. E perdevo»''|Intervista di Fabrizio Salvio, ''SportWeek'', nº 27 (840), 8 luglio 2017, pp. 38-41}}
*{{NDR|Riferendosi alla vittoria mondiale di [[campionato mondiale di calcio 1982|Spagna '82]]}} Quello fu un Mondiale diverso da tutti gli altri. [...] Non era un successo [...] che riguardasse solo noi, la squadra, ma una vittoria che apparteneva a tutti, coinvolgeva milioni di persone [...]. Era l'82, l'Italia usciva appena dagli [[Anni di piombo]], dal [[Caso Moro|delitto Moro]]... La vittoria del Mondiale in Spagna spazzò tristezze, angosce e paure. Per il Paese rappresentò un motivo di riscatto, una botta di ottimismo. [...] Per tutti questi motivi dico che fu un Mondiale unico.
*Noi vivevamo il calcio con passione [...] Non dubito che oggi sia lo stesso, perché quando scendi in campo dimentichi tutto il resto, però è vero che noi eravamo ancora una generazione di calciatori che potevano essere toccati. Proprio così: toccati. Ora invece i giocatori sono percepiti dai [[Tifo sportivo|tifosi]] come distanti, inaccessibili. Ai miei tempi uscivi dall'allenamento e ti fermavi a parlare con la gente, il [[giornalista]] ti prendeva sottobraccio e nasceva l'intervista. Ora bisogna passare attraverso mille filtri e livelli.
*{{NDR|«Ai suoi tempi i procuratori non esistevano...»}} Si trattava direttamente col presidente. Alla [[Juventus Football Club|Juve]], con [[Giampiero Boniperti|Boniperti]] non c'era molto da discutere. Gli sedevi davanti e ti metteva sotto il naso un contratto con la cifra già scritta a matita. E allora cosa siamo qui a fare?, gli chiedevo. Dopo la vittoria del Mondiale {{NDR|1982}}, io, [[Claudio Gentile|Gentile]] e [[Marco Tardelli|Tardelli]] ci litigammo per 10 milioni {{NDR|di lire}} in più che non voleva riconoscerci. Siamo campioni del mondo, dicevamo, e lui: "Tanto alla Juve si vince, quello che non vi do adesso lo prenderete in premi".