Grillo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+1.
+1.
Riga 9:
*Il grillo del marchese sempre zompa... chi zompa allegramente bene campa! (''[[Il marchese del Grillo]]'')
*– Io? Russare? Devono essere stati i grilli!<br/> – Solo se li hai inalati! (''[[Kim Possible (seconda stagione)|Kim Possible]]'')
*Nel [[giorno]] dell'Ascensione i [[Firenze|Fiorentini]] invadono il parco delle Cascine, per celebrare la festa del grillo. Tale usanza, antica di parecchi secoli, deriva molto probabilmente dall'ecatombe primaverile, fatta dai contadini, che consideravano un vero flagello l'apparizione dei grilli nelle loro campagne. In seguito ci si contentò d'imprigionare i piccoli devastatori dentro gabiette di saggina. Ma i Fiorentini, per la festa del grillo, preferirono, col [[tempo]], far merenda sui prati delle Cascine, acquistando dai rivenditori le gabbie col «grillo canterino», che di [[sera]] attaccavano fuori dalla finestra, per ascoltare, durante la [[notte]], il tremulo e malinconico verso.<br>In questi ultimi anni la caccia al grillo è sembrata troppo [[Crudeltà|crudele]], e dolorosa è apparsa la cattività dell'insetto. C'è stato qualcuno che ha proposto l'abolizione della festa tradizionale, o per lo meno la sparizione delle gabbie col grillo [[Prigione|prigioniero]]. Ma la festa del grillo senza più grillo non avrebbe più significato. Ora però l'usanza fiorentina è meno crudele: i grilli sono ancora venduti dentro le graziose gabbiette, ma i compratori, specie i bambini, li liberano dalla prigionia e il divertimento consiste nel vedere i grilli sparire rapidamente nell'erba. A [[casa]] vien riportata la gabbietta vuota a testimonianza di un rito che il [[tempo]] ha ingentilito.
*Per il fatto che una mezza dozzina di grilli sotto una siepe fanno risuonare il campo del loro strepito inopportuno, [...] non figuratevi che quelli che fanno tanto rumore siano i soli abitanti del campo. ([[Edmund Burke]])
*Tutti abbiamo ascoltato, nelle sere di estate, i duetti dei grilli. Ce ne sono di varie specie, e ognuna canta con il suo proprio ritmo e con una sua propria nota: il maschio chiama, e la femmina, lontana anche duecento metri, e totalmente invisibile, risponde «a tono». Il duetto, paziente e casto, prosegue per ore e ore, e a mano a mano i due partner lentamente si avvicinano, fino al contatto e all'accoppiamento. Ma è indispensabile che la femmina risponda giusto: una risposta stonata, anche solo di un quarto di tono, interrompe il dialogo, e il maschio va in cerca di un'altra compagna più conforme al suo innato modello. ([[Primo Levi]])