La leggenda del pianista sull'oceano: differenze tra le versioni

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*Sapeva leggere Novecento, non i libri. Quelli sono buoni tutti. Sapeva leggere la gente, i segni che la gente si porta addosso, posti, rumori, odori. La loro terra, la loro storia, tutta scritta addosso. Lui leggeva e con cura infinita catalogava, sistemava, ordinava in quella immensa mappa che stava disegnandosi in testa. Il mondo magari non l'aveva visto mai, ma erano quasi trent'anni che il mondo passava su quella nave. Ed erano quasi trent'anni che lui su quella nave lo spiava. E gli rubava l'anima. ('''Max Tooney''')
*Ehi, Conn, qual è il problema, non sai andare sull'acqua? ('''Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento''')
*Sembrava che il mare ci cullasse. E mentre volteggiavamo tra i tavoli sfiorando lampadari e poltrone capii che in quel momento quello che stavamo veramente facendo era danzare con l'oceano. Noi e lui, ballerini pazzi e perfetti stretti in un torbido valzer sul dorato parquet della notte! Oh yeah! ('''Max Tooney''')
*Quello che mi piace fare di più quando torno a Parigi è piazzarmi sotto la [[Torre Eiffel]] al tramonto, aspettare quelli che si buttano di sotto, e provare ad individuarne la nazionalità in base all'urlo che lanciano prima di sfracellarsi al suolo. ('''Max Tooney''' legge la frase, detta da '''Novecento''' al senatore americano Wilson in un'intervista)
*Mio padre una volta mi ha detto di aver sentito la voce del mare. ('''La ragazza friulana''')