Demetrio Volcic: differenze tra le versioni
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*Ai macedoni slavi non sono simpatici gli albanesi. Sono cordialmente contraccambiati. Malvisti i turchi e cacciati via gli zingari se si avvicinano troppo ai tavoli dei caffè. Per il resto tutto bene. (p. 199)
*{{NDR|Sulla [[Macedonia del Nord]]}} Negli anni Venti, un geografo positivista, camminò per le vallate chiedendo alla gente se si considerasse serba, bulgara, greca, albanese. Nella maggior parte dei casi ricevette la risposta: siamo macedoni.<br>Qualche vecchio prete dalla barba bianca, in uno degli innumerevoli monasteri, avrà nostalgie bulgare. Un giovane di Skopje, specie se di ceppo slavo, non avrà difficoltà a definirsi macedone. Che l'invenzione comunista di creare una nazione separata, dove prima esistevano soltanto serbi e bulgari, non sia artificiale è dimostrato da un caso analogo sui confini con la Russia.<br>Per sottrarre la Bessarabia ai romeni, Stalin inventò una repubblica moldava. Promosse, come fece Tito con la Macedonia, il dialetto locale a lingua scritta, esaltò la diversità fra Bucarest e Kišinev diventata capitale.<br>La differenza sta in questo: scomparsa l'Urss naturalmente si ricompongono i legami con Bucarest e l'unificazione è solo una questione di tempo. Scomparsa la Jugoslavia nessuno in Macedonia sogna un futuro bulgaro. (pp. 202-203)
*{{NDR|Su [[Ibrahim Rugova]]}} Ha dimestichezza con la semiotica acquisita a Parigi girando intorno a Roland Barthes; fisicamente potrebbe essere un barbiere o un professore (nei Balcani si rassomigliano) condannato alla fama eterna. Occhi lucidi e cinquanta chili di peso. Auspica, e per il momento riesce ancora a imporre, la resistenza passiva contro l'esercito serbo e il potere federale sul Kossovo. Ormai ha scartato la pura e semplice «autonomia». (p. 205)
*La Nato ha speso miliardi di miliardi senza sparare un solo colpo nei suoi quarantaquattro anni di esistenza. Un militare, probabilmente, prova qualche frustrazione, un senso di inutilità, benché sappia che la guerra non scoppia anche perché lui fa la guardia al bidone. La Nato fu attrezzata come contrappeso al Patto di Varsavia, ora deve cambiare obiettivi e sarà impiegata nell'azione in Bosnia, per la prima volta fuori dai confini dei Paesi membri. (pp. 218-219)
*In Bosnia si consuma una guerra che ha insieme elementi di secessione e di scontro tra gruppi etnici.<br>La Bosnia si trova in una situazione estrema per altre dimensioni che possono attenuare o inasprire un conflitto: popolazioni estremamente battagliere, memorie storiche pesanti, una configurazione sfavorevole del terreno con lunghe esperienze di guerriglia. (p. 221)
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