Milovan Gilas: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 33:
*Tito era per sua natura un uomo d'azione: frasi vuote, grandi discorsi, riunioni, gli riuscivano estranei e insopportabili, se non in situazioni fuori dall'ordinario, quando fossero mezzi per l'azione politica. (p. 71)
*A diferenza della maggior parte dei capi comunisti, in particolare Stalin, che con l'ausilio della sua inavvicinabilità dentro le mura del Cremlino sottolineava l'enigmaticità della sua onniscienza e onnipotenza, Tito partecipava con frequenza a comizi, visitava cantieri, godeva delle manifestazioni popolari. (p. 88)
*Esteriormente, per via delle decorazioni e di molti altri aspetti, i dittatori comunisti somigliano ai fascisti. Probabilmente, nella loro psiche e nella loro mentalità è all'opera lo stesso impulso irresistibile all'autoaffermazione e al dominio personale. Ma la differenza va cercata nella maniera con cui quest'impulso viene soddisfatto. Movimenti e capi comunisti sorgono dalle rovine dei vecchie strutture e di sogni primordiali: da essi trae alimento la loro forza, permettendo il ringiovanimento e la trasformazione delle forme.<br>Col comunismo si sono manifestate nuove forme e nuovi imperi: il comunismo lascerà tracce profonde e sopravvivrà ai vari stati comunisti, persino all'Unione Sovietica. Ben diversamente stanno le cose col fascismo. Tralasciando qui le differenze sostanziali tra fascismo italiano e nazionalsocialismo tedesco, mi limito a notare come a tutti i fascismi sia comune il proposito di mutare i rapporti politici ma di conservare intatti quelli sociali. Lo «stile di vita» del fascismo è quello del caos e delle frenesia, lo stile di vita del comunismo è contesto di coercizione e proibizione; il primo ha carattere temporaneo, il secondo duraturo. I dittatori fascisti sono scomparsi con il crollo delle grandi potenze fasciste, Italia e Germania: gli attuali dittatori dell'America Latina, dell'Africa e di altrove, sono semplicemente i capi di apparati militari corrotti, che invano si sforzano di «edificare» un'ideologia e un movimento di massa a difesa dei loro privilegi oligarchici e di forme superate. (p. 92)
 
==Note==