Josip Broz Tito: differenze tra le versioni

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===[[Milovan Gilas]]===
*Credo sia stato uno dei quattro grandi personaggi del comunismo mondiale, con Lenin, Stalin e Mao. Tra i suoi meriti, certo, c'è quello di aver saputo tenere insieme un paese che, già prima del comunismo, era in via di disfacimento. E poi si possono ricordare tra le cose positive la guerra anti-fascista e l'industrializzazione del paese, compiuta in pochi anni, sia pure spesso con brutalità. L'altro suo grande merito fu lo strappo con l'Urss. Oggi è forse sottovalutato, eppure fu l'inizio della caduta del comunismo. Ma oggi Tito è attaccato da tutti: gli sloveni lo hanno rimosso, i serbi lo considerano un nemico del loro nazionalismo, i croati un nemico per il loro anti-comunismo. Anche se lo definiscono 'un grande croato'...
*Josip Broz Tito era una figura in cui non trovavano espressione talenti particolari, eccezion fatta per quello della politica.<br>Ma quesquest'affermazione, per quanto esatta, potrebbe creare confusione e indurre a conclusioni errate, in mancanza di un'analisi più diffusa e concreta.<br>In primo luogo, Tito era dotato di un'intelligenza straordinariamente acuta e rapida e di una capacità di concentrazione assai forte e selettiva. La stessa caratteristica ho avuto modo di rilevare in Stalin, il cui intelletto era però più prudente, anche se non più lento, e la capacità di concentrazione ancor più vivace e omogenea.
*La cultura di Tito era limitata, né del resto avrebbe potuto essere altrimenti, dati i suoi scarsi studi scolastici: aveva frequentato le elementari, poi era andato a fare l'apprendista fabbro. Tuttavia, sapeva assai di più di quanto poteva aver appreso da così ridotti studi; tra i comunisti che ho conosciuto, e molti di essi erano assai intelligenti, Tito, dopo la prigionia, lavoro clandestino e rivoluzioni, spiccava per l'abbondanza delle conoscenze e soprattutto per la rapidità e l'acutezza mentali. Afferrava subito il punto centrale dei problemi, sebbene mancasse di nozioni in molti campi, soprattutto letteratura, arte e filosofia.
*Quale fosse l'entità delle sue conoscenze in campo militare, è certo che non possedeva il talento di un comandante di eserciti, né del resto poteva averlo, a causa sia del temperamento impetuoso e nervoso, sia dell'eccesiva preoccupazione per la sua sicurezza personale. Troppo spesso emanava ordini contraditori, mutava direttive, spostava grandi unità in pieno contrasto con l'andamento dei combattimenti, irretendosi in problemi irrilevanti. Le tre massime, decisive battaglie, nel corso delle quali esercitò personalmente il comando, rivelano chiaramente deficienze ed errori che un comandante più deciso ed esperto avrebbe senz'altro evitato.