Guglielmo Pepe: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Guglielmo Pepe==
*{{NDR|Rispondendo a coloro che lo sollecitavano a chiedere al re Ferdinando II il permesso di rimpatriare}} Conosco abbastanza i Borboni e con essi è irreconciliabile la libertà, ed io senza la libertà nel mio paese non ritornerei giammai, e cospirerò sempre per restaurarla.<ref>Da [[Nicola Nisco (patriota)|{{sic|Niccola}} Nisco]], ''Storia del Reame di Napoli dal 1824 al 1860'', quinta edizione, Alfredo Guida editore, Napoli, 1908, [https://archive.org/details/storiadelreamed00niscgoog/page/n171 Libro secondo, parte prima, p. 8].</ref>
*Non crediate che io parta pieno di dolci illusioni; parto rimembrando piuttosto quell'ateniese in Maratona, che prefisse di impedire la fuga di un legno nemico dal vicino lido. Gli venne troncato il braccio sinistro; e perduto anche questo, si aiutò coi denti finché troncata ebbe la testa.<ref>Da una lettera a [[Ugo Foscolo]], Lisbona, 4 maggio 1823; citato in [[Elena Croce]], ''La patria napoletana'', Mondadori.</ref>
*Siamo caduti nel fango, siamo il ludibrio del genere umano senza meritarlo, ma tutto con rassegnazione soffrir dobbiamo. L'avversa fortuna anche è instabile come la buona, e in due tre mesi i napoletani potrebbero scancellare e lavare molte macchie di lunga data.<ref>Da una lettera a [[Raffaele Poerio]]; citato in [[Elena Croce]], ''La patria napoletana'', Mondadori.</ref>