Guerra in Bosnia ed Erzegovina: differenze tra le versioni

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*Sarebbe stato assai più corretto se la stampa e la televisione avessero riportato che «oggi, forze cristiano-ortodosse hanno ripreso il bombardamento di Sarajevo», o che «ieri, milizie cattoliche hanno fatto crollare lo Stari Most». Ma la terminologia confessionale era riservata solo ai «musulmani», anche se i loro massacratori ce la mettevano tutta a distinguersi adornando le bandoliere di grosse croci ortodosse o i calci dei fucili con immagini della Vergine Maria. Dunque, ancora una volta, ''la religione avvelena ogni cosa'', incluse le nostre facoltà di discernimento. ([[Christopher Hitchens]])
*Un cecchino di Sarajevo si lascia intervistare in una stanza quasi buia. Mi sembra incredibile: è una donna. Una donna che spara a un bambino di [[Seienne|sei anni]]? Perché?<br />"Tra ventanni ne avrebbe avuti ventisei", è la risposta che l'interprete traduce.<br />Il freddo diventa più intenso, fa freddo dentro. L'intervista finisce lì, non c'è altra domanda possibile. ([[Gino Strada]])
 
===[[Jovan Divjak]]===
*Ci furono diverse ragioni che resero possibile la vittoria della nostra resistenza. Innanzitutto a Belgrado sottovalutarono le capacità difensive della città. Diedero per scontato che tutti i serbi residenti a Sarajevo, all'epoca il 33% del totale, avrebbero abbandonato la città. Ma questo avvenne solo in piccola parte e moltissimi serbi si unirono alla resistenza.
*I sarajevesi non si limitarono a difendere la propria città ma anche un'idea di convivenza che qui si respira da sempre. Chi è moralmente determinato a difendersi è più forte di chi attacca. Gli uomini hanno difeso la città ma sono state le donne a salvarla, lo dico senza alcuna retorica. Nonostante tutto ebbero il coraggio di far nascere i bambini in quell'inferno, di lavorare negli ospedali, di mandare avanti le scuole. Mentre i mariti e i figli erano al fronte, furono loro a custodire la voglia di vivere di questa città.
*La verità è che Sarajevo si salvò innanzitutto moralmente. Perché chi è moralmente determinato a difendersi è più forte di chi attacca. Gli abitanti si misero a difesa non solo della propria città, ma di un’idea di convivenza che a Sarajevo si respirava da sempre. Per anni i nazionalisti cercarono di convincere gli jugoslavi che la convivenza tra le varie nazionalità era impossibile, che era necessario separarsi. In molte zone, specie quelle rurali, queste idee attecchirono, ma a Sarajevo no. Nella coscienza dei sarajevesi era assurda un'idea del genere.
 
===[[Alija Izetbegović]]===