Federico Chabod: differenze tra le versioni

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→‎L'Italia contemporanea: Azione cattolica: contrasti tra regime e Chiesa cattolica
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==''L'Italia contemporanea''==
*Voi vedete dunque come nell'ascesa del fascismo giochi un insieme assai complesso d'interessi e di passioni. Interessi di classe molto precisi, da parte dei grandi proprietari terrieri che vogliono spezzare la resistenza dei braccianti, e da parte degli industriali. Interessi che si mescolano a passioni e sentimenti: il patriottismo ferito, la paura di una rivoluzione dopo il settembre 1920, il timore del disordine e dell'anarchia: motivi, questi, sentiti anche da coloro che non avrebbero molto da perdere da un cambiamento della struttura sociale. (II,Parte Iseconda, II;cap. 19611.3, p. 66)
*La vera novità è costituita dal fatto che, mentre le dittature del {{maiuscoletto|xix}} secolo facevano appello all'esercito regolare e compivano il «colpo di Stato» con il suo appoggio, quelle del {{maiuscoletto|xx}} secolo, fascista o nazista, si impadroniscono del potere grazie ad una propria organizzazione militare, specialmente approntata e destinata a conservarsi accanto all'esercito regolare. (II,Parte IIseconda, I;cap. 19612.1, p. 80)
*L'opinione pubblica viene dunque schiacciata. Fra gli esponenti antifascisti, alcuni sono stati uccisi o sono morti in seguito alle aggressioni fasciste, come Amendola, capo dell'opposizione liberale, come il giovane torinese Piero Gobetti, che dalla prima ora aveva raccolto gli oppositori attorno al giornale da lui fondato a Torino, «La rivoluzione liberale». Altri, Turati, Treves, Modigliani, ecc., sono costretti, dopo il 1925, a prendere la via dell'esilio. Lo storico Salvemini, professore a Firenze, è in esilio. In esilio Nitti, ex presidente del Consiglio; in esilio don Sturzo, come pure il conte Sforza, ex ministro degli Esteri. Giolitti muore nel 1928. Di coloro che sono rimasti in Italia, buon numero è in carcere. Piú d'ogni altro, il partito comunista prosegue la sua attività clandestina; ma l'azione deve svolgersi in segreto, e bisogna pagare un pesante tributo personale ogni qualvolta si cade in mano al tribunale per la difesa dello Stato. Gramsci, il dirigente comunista, è in prigione e ne uscirà solo per morire. Rosselli finirà pugnalato in Francia ad opera di sicari fascisti. (II,Parte IIseconda, I;cap. 19612.1, p. 81)
*Ci si abitua, e la forza dell'abitudine è grande; essa porta ad accettare quel che non si può distruggere. (II,Parte IIseconda, II;cap. 19612.2, p. 82)
*Nel 1931 il problema dell'[[Azione Cattolica|Azione cattolica]] provocherà una grave crisi. Da parte fascista si dichiara che «l'educazione e l'istruzione della gioventù non possono essere affidate che alle mani dello Stato». La Santa Sede, da parte sua, vuol salvare ad ogni costo l'Azione cattolica, che proprio sotto il pontificato di Pio XI ha preso uno slancio ed un vigore sconosciuti al tempo del pontificato di Benedetto XV. Tuttavia, anche questa volta si troverà la via del compromesso. Fra l'altro, la Chiesa accetta di non affidare le cariche direttive dell'Azione cattolica a coloro che si sono distinti come antifascisti. (II,Parte IIseconda, II;cap. 19612.2, p. 84)
*È la legge fatale delle dittature: il successo all'esterno destinato a compensare la perdita della libertà all'interno. (II,Parte IIseconda, III;cap. 19612.3, p. 91)
*[...], mi sembra piuttosto arduo sostenere che la guerra è stata decisa per le pressioni della classe industriale. Che essa ne abbia tratto un vantaggio, è evidente; ma affermare che fu la speranza di quei guadagni a far scoppiare la [[guerra d'Etiopia]] significa andare troppo lontano. L'origine della guerra – occorre ripeterlo – è di natura politica. (II,Parte IIseconda, III;cap. 19612.3, pp. 92-93)
*La legislazione razziale (segno certo che l'Italia fascita è ormai al rimorchio della Germania hitleriana, dove la lotta tra la Chiesa cattolica e lo Stato continua incessante dal 1933) provoca cosí (come di recente ha osservato un eminente storico, A. C. Jemolo) la grande frattura tra Chiesa e Stato, fra l'opinione cattolica e il regime fascista. (II,Parte IIseconda, III;cap. 19612.3, p. 96)
*[...] tutte le classi sociali parteciparono alla Resistenza. (III,Parte Iterza, III;cap. 19611.3, p. 130)
*[...] la Resistenza, cioè, è un fatto collettivo, che abbraccia tutti i partiti, tutte le tendenze politiche antifasciste, e che mira ad uno sforzo comune al di là delle divergenze di partito. (III,Parte Iterza, III;cap. 19611.3, p. 132)
*Le [[Elezioni politiche italiane del 1948|elezioni del 18 aprile 1948]], [...], sono imperniate sul dilemma: comunismo o anticomunismo. Tale è l'impostazione data dalla democrazia cristiana alla campagna elettorale. (III,Parte IIterza, II;cap. 19612.2, p. 162)
*{{NDR|Nelle elezioni del 18 aprile 1948}} Posti davanti all'alternativa: democrazia cristiana o comunismo, allarmati dagli avvenimenti interni (scioperi, ecc.) ed esterni (fatti di Cecoslovacchia<ref>Nel febbraio del 1948, un colpo di Stato dei comunisti aveva posto fine alla Terza Repubblica cecoslovacca.</ref>), intimoriti da una possibile vittoria del Fronte popolare, buon numero di elettori che non sono democristiani e che nel 1946 avevano votato per i liberali e altri partiti di centro o addirittura di destra, non vedono altra soluzione rassicurante che votare per le liste della democrazia cristiana, cioè il più forte fra i partiti anticomunisti. (III,Parte IIterza, II;cap. 19612.2, pp. 165-166)
*L'inflazione è una corsa verso l'abisso. (III,Parte IIIterza, II;cap. 19613.2, p. 180)
 
==Note==