Mantova: differenze tra le versioni

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*Per uno che scrive a [[Milano]] non ci dovrebbe essere questo bisogno di dire che maniera di città sia Mantova; ma che volete, miei cari? questo bisogno c'è, e a Milano più che altrove. Tre cose han valso a radicar l'idea che la mia povera città la fosse un piccolo inferno: l'aria, i fortilizi, l'ergastolo. Or andate mo' a ficcar nella testa a certi ambrosiani incocciati che, malgrado il suo ergastolo, i suoi fortilizi, la sua aria, a Mantova ci si stesse a meraviglia ... ([[Paride Suzzara Verdi]])
*''Pur [[Virgilio]] si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "Mantüa ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava.'' ([[Dante Alighieri]], ''[[Divina Commedia]]'')
*Quanto a me se non ha mai saputo nulla le darò in quattro tocchi la mia biografia presente e quasi anche futura. Fui letterato a Milano fino all'aprile, soldato con Garibaldi fino ad ora, e d'ora in poi imbecille campagnolo fino a nuovo ordine. Credo che quando sarò stufo di spaventare a fucilate le passere del vicinato prenderò la via di Modena, intanto faccio compagnia alla mamma che appunto per questo è uscita da Mantova e scrivacchio versi a ore perdute. ([[Ippolito Nievo]])
*Quando giocavo i miei colleghi mi chiedevano perché tornavo sempre a Mantova. Non l'avete ancora vista, gli rispondevo, altrimenti non me lo chiedereste. ([[Roberto Boninsegna]])
*Quell'ammasso di case di torri di cupole in mezzo all'acqua del Mincio mi fece pensare a Venezia: cosa volete? Invece di sorridere, sospirai; il passato poteva sopra di me assai piú del futuro, o lo stesso futuro mi traspariva qual doveva essere, di gran lunga diverso dalla creatura prediletta dell'immaginazione. Cionullameno quella festa d'una città italiana, già signora di sé, con corte, con leggi, con privilegi proprii, la quale si metteva uguale colle altre per esser libera o serva, felice od infelice insieme alle altre, mi saldò nel cuore un bel germoglio di speranze. ([[Ippolito Nievo]])
*«Sa lei, signor mio, come la pensi l'imperatore, in questo momento? Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo? le cose a cui si deve pensare son molte, signor mio.» ([[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'')
*Sono rimasto alquanto scosso ieri (non sono molto forte in minuzie geografiche) nello scoprire che Romeo venne bandito a sole venticinque miglia. Tale è la distanza fra Mantova e Verona. [...] La prima ha una gran quantità di farmacisti, tutt'oggi, che potrebbero interpretare la parte shakespeariana al naturale. Di tutti i piccoli stagni immobili visti finora, è il più verde e il più coperto d'erbacce. ([[Charles Dickens]])
*Tazzoli Enrico delli furono Pietro e Nobile Isabella Arrivabene nato a Canneto Provincia di Mantova il 17 Aprile 1812. Consecrato Prete il 19 Aprile 1835. Arrestato come reo d'alto tradimento il 17 Gennajo 1852. Fu condannato a morte il 4 Dicembre 1852. Perdona a tutti. Dio a lui perdoni. ([[Enrico Tazzoli]])
 
=== [[Ippolito Nievo]] ===
 
* Era un affanno indigeno affatto, anzi Mantovano, uno di quei sentimenti tristi ma sacri, de' quali é origine la nostra nebbiosa città - Immaginati un veglione nelle gemonie, una mascherata sul ''Calvario''.
 
* Quanto a me se non ha mai saputo nulla le darò in quattro tocchi la mia biografia presente e quasi anche futura. Fui letterato a [[Milano]] fino all'aprile, soldato con [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] fino ad ora, e d'ora in poi imbecille campagnolo fino a nuovo ordine. Credo che quando sarò stufo di spaventare a fucilate le passere del vicinato prenderò la via di Modena, intanto faccio compagnia alla mamma che appunto per questo è uscita da Mantova e scrivacchio versi a ore perdute. ([[Ippolito Nievo]])
* Quell'ammasso di case di torri di cupole in mezzo all'acqua del Mincio mi fece pensare a [[Venezia]]: cosa volete? Invece di sorridere, sospirai; il passato poteva sopra di me assai piú del futuro, o lo stesso futuro mi traspariva qual doveva essere, di gran lunga diverso dalla creatura prediletta dell'immaginazione. Cionullameno quella festa d'una città italiana, già signora di sé, con corte, con leggi, con privilegi proprii, la quale si metteva uguale colle altre per esser libera o serva, felice od infelice insieme alle altre, mi saldò nel cuore un bel germoglio di speranze. ([[Ippolito Nievo]])
 
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