Leopoldo Pullè: differenze tra le versioni

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→‎Patria Esercito Re: nota volontario
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==''Patria Esercito Re''==
*Il soldato volontarivolontario [[Guido Visconti di Modrone (senatore)|Guido Visconti]]<ref>Guido Visconti di Modrone fu volontario nella seconda guerra d'indipendenza del 1859.</ref>, anima delicata per natura e per educazione, non fece mai sfoggio, in mezzo agli altri, delle sue ricchezze: benché fosse allora in quella fase giovanile della vita dove è tanto facile perdere la misura delle cose.<br>Aitante della persona, bellissimo per linee ed espressione del volto, egli ci dormiva vicino di branda, nel camerone che raccoglieva tutt'i volontari. Cotesta branda era corta corta, così ch'egli, il più alto di tutti noi, era costretto a tenere fuori di quella i piedi, se non voleva dormire acciambellato come in una cuccia.<br>Quella branda poteva paragonarsi ai famosi letti del masnadiero Damaste Procuste, ucciso da Teseo, il quale tagliava le gambe, o allungava il collo a' suoi ospiti, per ridurli alla misura dei letti. (parte prima, pp. 53-54)
*''[[Battaglia di Adua|Adua]]?'' – Una follia, cambiata in un disastro militare, per insufficienza di mezzi, mancanza di preparazione, incoscienza di ministri e di capi supremi, impari al loro compito... Un disastro militare, il quale, come prima Dogali, servì però a provare al mondo meravigliato e commosso, come non siano soltanto leggende, dovute ai tempi di Roma e di Sparta, le gesta delle Termopili; e che i nomi del Toselli, del Dabormida, del Galliano, dell'Arimondi<ref>Il maggiore Pietro Toselli, il generale di divisione Vittorio Dabormida, il tenente colonnello Giuseppe Galliano, il generale Giuseppe Arimondi: ufficiali morti nella guerra di Abissinia.</ref>, e di tanti altri, a noi giunti sull'ali della fama, nulla abbiano a invidiare ai nomi dei ''Trecento'' soldati di Leonida... a noi mandati dalla leggenda. (parte prima, p. 266)
*È noto come il povero Re [[Umberto I di Savoia|Umberto]] s'ingerisse personalmente di tutta l'amministrazione della Sua Casa; che sapeva, conosceva tutto, che nulla gli sfuggiva.<br>Semplice nei gusti, frugale e astemio, non beveva che acqua pura in grandi bicchieri sempre pieni di ghiaccio. Aveva però una speciale predilezione, una specie di passione per le pere, ch'egli a Monza coltivava con molta cura e che, con grande piacere affettava, sbucciava, e assaporava, per quanto fossero grosse. Anzi, in fatto di pere, S. M. non ammetteva rivali!... Le sue di Monza, per sapore e per volume, volere o volare, dovevano battere tutte le pere del mondo! (parte seconda, p. 297)