Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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*I miei vangeli sono cinque: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e... Fabrizio.<br />Oltre ai quattro testi "canonici", ho da sempre un quinto evangelo, quello secondo De André. È la mia Buona Novella laica. Scandalizza i benpensanti, ma è l'eco delle parole dell'uomo di Nazareth che, ne sono certo, affascinò il mio amico Fabrizio. ([[Andrea Gallo]])
*La memoria di Fabrizio ha diritto oggi a qualcosa di diverso, ne sono più che convinto. Merita più delle agiografie, delle biografie, delle scontate raccolte di canzoni rimasterizzate e reimpacchettate. Merita soprattutto di sfuggire all'aneddotica prêt à porter cui vengono fatalmente adattate le figure dei grandi artisti quando non sono più in grado di confutare o di precisare. Quando gli amici, i compagni di strada, quelli che sanno, che hanno visto, quelli che c'erano, si moltiplicano a dismisura. ([[Ivano Fossati]])
*Oggigiorno la superficialità globalizzata tocca anche l'arte e la musica. Uno come Fabrizio De André, secondo questa logica, diventa un simbolo più da esporre che da capire. ([[Marco Rizzo]])
*Questo è il punto: lui era l'unico poeta della canzone d'autore. Gli altri, me compreso, con l'eccezione forse di [[Francesco Guccini|Guccini]], sono bravi, non poeti. E i suoi testi sono gli unici che reggono anche senza musica. [...] Non è assolutamente per tutti. Il suo era un elitarismo culturale. Aveva il fisico e la testa del [[poeta]]. Non aveva bisogno di mettersi in una torre d'avorio: in quella torre ci era nato. ([[Roberto Vecchioni]])
*Se non avessi conosciuto le canzoni di Fabrizio, non avrei mai cominciato a scrivere le mie. ([[Francesco De Gregori]])