Giornalista: differenze tra le versioni

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*Di tutti i giochi del mondo quello più universalmente popolare è il gioco della scuola. Si raccolgono sei bambini, facendoli sedere su un gradino, poi ci si mette a camminare avanti e indietro con un libro e un bastone. [...] È un gioco che non stanca mai, che non annoia mai. Soltanto una cosa guasta un po' quel gioco: la tendenza degli altri sei bambini a reclamare a gran voce il loro turno di tenere in mano il libro e il bastone. Secondo me, il motivo per cui il giornalismo è una professione che attrae tanta gente, a dispetto di tutti i suoi svantaggi, è questo: ogni giornalista è convinto dentro di sé di essere quel tal ragazzo che cammina avanti e indietro col bastone e il libro. Il governo, le classi sociali, le masse, la società, l'arte e la letteratura sono gli altri bambini seduti sullo scalino. Il giornalista li istruisce e li migliora. ([[Jerome K. Jerome]])
*Disprezzo i cosiddetti giornalisti che si servono dei blog come di una fonte credibile. Il fatto che riprendano e propaghino una voce senza fondamento, diffusa da una fonte anonima, mi sembra sia una deriva per la democrazia e un rischio per la nobiltà di un mestiere il cui stesso significato è l'integrità dell'informazione. ([[Carla Bruni]])
*È ridicolo che ci siano dei giornalisti di sessant'anni che guardano a [[internet]] come al "mostro" perché non sanno accendere un [[computer]], ma verranno spazzati via loro dalla rivoluzione (tecnologica, ''ndr'') che sta arrivando, perché non la si può fermare. Nel '700 i luddisti in Inghilterra spaccavano le macchine, ma la [[rivoluzione industriale]] non si è fermata, così non si fermerà la tecnologia e chi non sarà in grado di usarla o miscelarla con la carta, chi non saprà adeguarsi ai nuovi linguaggi, verrà fatto fuori, come già sta accadendo. Il web sta portando alla ribalta figure di riferimento dal punto di vista giornalistico che sulla carta stampata non erano così brave, così come esistono giornalisti di "carta" fortissimi e autorevolissimi che oggi non lo sono, o lo sono meno, perché non hanno saputo unire anche l'aspetto tecnologico. Oggi un giornalista non può più essere solo uno [[scrittore]], ma dev'essere capace di stare sul web, stare in televisione, parlare in [[radio]], capire le diversità del linguaggio tra [[blog]] e articolo stampato. Insomma, o si ha la capacità di rimettersi in discussione o si è spazzati via. ([[Matteo Marani]])
*– E così da grande tu vuoi fare il giornalista. {{NDR|Arturo annuisce}} Ma tu lo sai che un giornalista non prende applausi, non c'ha amici tra gli amici, è considerato un rompiscatole, c'è sempre qualcuno che si lamenta per i suoi articoli...<br />– Però può scrivere quello che vuole.<br />– Eh no! È questo il problema... che alle volte sei costretto a scrivere quello che vogliono... e se non lo fai ti mandano allo sport, come al sottoscritto!<br />– Ah, ti piace lo sport?<br />– No, mi fa schifo! Vedi, capisci, ci vuole tenacia, capacità di sopportazione, forza d'animo, tu ce l'hai?<br />– Sì!<br />– Oh, bravo! E allora, Arturo, un bravo giornalista si vede nelle interviste. (''[[La mafia uccide solo d'estate]]'')
*Fare il giornalista ''free lance'', nella maggior parte dei casi, vuol dire scegliere di non avere padroni. È un tentativo continuo di stare lontano dalle lobby di redazione e dai protettori politici che condizionano le carriere. È il bisogno, in fondo, di esprimere una libertà fondamentale: ribellarsi ai sorprusi (magari sbattendo la porta in faccia quando la pressione si fa insostenibile) e dire no ai compromessi con il potente di turno. ([[Enzo Di Frenna]])