Raffaele de Cesare: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: altra su Troja (Sant'Alfonso alla smerza)
→‎Citazioni: nota Ferdinando II
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*{{NDR|[[Carlo Filangieri]]}} Molto era il suo prestigio. Figlio di Gaetano Filangieri; soldato di Napoleone; uccisore in duello del generale Franceschi, perché sparlava dei napoletani; crivellato di ferite al ponte San Giorgio nella disgraziata campagna di Murat contro gli austriaci; imparentato con quanto di più alto contava la nobiltà dell'Isola<ref>La Sicilia.</ref>, poiché la principessa di Satriano nasceva Moncada di Paternò<ref>Agata Moncada, moglie del Filangieri, era figlia del principe di Paternò.</ref>; dotato di una inflessibile energia, di cui aveva dato prova durante la campagna: tutto concorreva ad aumentare questo prestigio. Egli seguiva fedelmente la massima napoleonica: messo a governare un paese ribelle, doveva innanzi tutto farsi temere; possibilmente, farsi amare, doveva togliere via via con la forza e col tatto, le cause, le occasioni e perfino i pretesti di ogni tentativo di rivolta. E vi riuscì. (Parte prima - Regno di Ferdinando II, cap. 1, p. 13)
*[[Ferdinando Troya|Ferdinando {{sic|Troja}}]] era fratello di Carlo, il celebre storico dei Longobardi, che fu presidente del ministero del 3 aprile, caduto il 15 maggio. Questi fratelli avevano indole affatto diversa e studii diversissimi. Ferdinando era ben infarinato di latino e di giurisprudenza e aveva fama di buon magistrato; non credeva a libertà e a progresso; assolutista e municipale, reputava per lui un dovere servire il Sovrano senza discutere, e anzi senza farsi lecito di pensare neanche. (Parte prima - Regno di Ferdinando II, cap. 5, p. 77)
*{{NDR|Ferdinando Troja}} Parlava ordinariamente il dialetto, e chiacchierando aveva per intercalare: ''vuje che dicite?'' Per lui il mondo si era fermato al 1789, e il Regno delle Due Sicilie non era compreso nell'Italia. Scaltro e forse scettico in fondo, il Troja copriva la scaltrezza con un manto d'ipocrisia untuosa; onde, avendo anche l'abitudine di tenere il capo sempre chino a sinistra, il Re<ref>Ferdinando II delle Due Sicilie (1810–1859).</ref> lo chiamava ''Sant'Alfonso alla smerza'', cioè ''Sant'Alfonso alla rovescia'', perché Sant'Alfonso de' Liguori, del quale il Re era devotissimo, è dipinto con la testa inclinata sulla spalla destra. (Parte prima - Regno di Ferdinando II, cap. 5, p. 77)
 
==[[Incipit]] di ''Il Conclave di Leone XIII''==