Apartheid: differenze tra le versioni

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===[[Ryszard Kapuściński]]===
*C'è chi nasce per comandare, chechi per servire. Non ci si può far niente, è l'ordine del mondo voluto da Dio. Chi si azzarda a cambiarlo è un eretico da lapidare. Il dogma della predestinazione dice anche che chi nasce nella fede è creatura superiore a chi nasce nel paganesimo; è più vicina alla salvezza, poiché su di essa si è posata la mano di Dio. Fu con questa credenza che gli [[afrikaner]] giunsero in Sudafrica. L'immagine del mondo, forgiata dal dogma della predestinazione, appariva loro in tutta la sua manicheista evidenza. Da una parte loro, gli uomini di fede; dall'altra i pagani. L'uomo di fede era bianco, il pagano nero. Così Dio, nella sua saggezza, aveva creato il mondo, prediligendo i bianchi e condannando alla dannazione i neri. Il nero non può cambiare pelle né scrollarsi di dosso il paganesimo, poiché Dio ha stabilito una volta per tutte l'ordinamento del mondo.
*Il razzismo [[afrikaner]] non deriva esclusivamente dal desiderio di difendere la sua posizione privilgiata nella società coloniale, come accade invece per gli inglesi. Il razzismo è per lui un dogma della fede, e nella sua coscienza la fede è una conferma dell'esistenza dell'afrikaner stesso. Ogni invito a riconoscere qualche diritto civile agli indigeni viene preso dall'afrikaner non solo come un attacco alla propria posizione sociale, ma anche come un gesto di persecuzione verso la propria fede, un oltraggio alla propria chiesa, una bestemmia.
*La versione "scientifica" con cui l'[[afrikaner]] presenta l'apartheid al mondo è questa: i bianchi e i non bianchi appartengono a due razze diverse, la cui convivenza nello stesso paese presenta sempre il rischio, per i bianchi, di perdere il potere e, per i non bianchi, di subire un'ingiustizia. Da un lato i bianchi non possono accettare di concedere i diritti politici ai non bianchi, perché questo provocherebbe l'assorbimento della civiltà occidentale da parte di quella indigena. Dall'altro, poiché gli indigeni lavorano nell'industria dei bianchi, sarebbe ingiusto negare loro i diritti civili. Inoltre il non bianco ha lo stesso diritto del bianco di sviluppare la propria lingua e la propria cultura. Se si rendesse l'africano cittadino di uno stato europeo (ed è così che l'afrikaner considera il [[Sudafrica]]), invece di essere un vero africano diventerebbe un'imitazione dell'uomo europeo. In uno stato europeo l'africano non può ottenere né la parità dei diritti né il potere, cosa che invece è possibile nel suo stato africano. L'africano perciò deve avere un suo paese (''homeland''), un territorio da considerare proprio e dove possa raggiungere la posizione che le sue capacità gli permettono. Questo terreno natale dell'africano, all'interno dello stato europeo, sono appunto le riserve esistenti, cui però conviene cambiare nome. Se un africano lascia la sua riserva per venire a lavorare nella ditta di un europeo, sarà trattato come un operaio immigrato temporaneo, senza diritti civili né politici. Ciò gli permetterà di capire e ricordare che, allo scadere del suo contratto nel Sudafrica europeo, dovrà tornarsene alla sua riserva. Bisogna innalzare il livello delle riserve e ricordare che per un bel pezzo i bianchi vi eserciteranno un mandato fiduciario, poiché gli africani non hanno ancora raggiunto lo stadio di sviluppo necessario ad autogovernarsi.