Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

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*Linguisticamente siamo più figli di Boccaccio di quanto possiamo esserlo di Dante. ([[Tullio Solenghi]])
*Per virtù tutta sua, il Boccaccio divide, decompone i suoi argomenti e vi suscita dentro come tanti centri secondari, intorno ai quali si raggruppi una serie più o meno grande di fatti. Sotto le sue mani si forma continuamente l'episodio. L'episodio nelle sue opere è quasi sempre come un figlio che si distacchi dalla famiglia, bramoso di vita propria e indipendente; e il Boccaccio è verso quello come un padre indulgente o debole, che si contenti di un'autorità poco più che nominale. L'arte di condurre in una volta un ampio e lungo ordine di fatti; di far muovere una numerosa compagnia di personaggi, coordinando e volgendo tutti i loro atti ad un unico scioglimento, ad un'unica catastrofe; di comporre l'episodio in modo che abbia tanta vita da essere pur bello in sé, ma non tanta da sovrapporsi alla storia principale e privarla di pregio; di andar producendo durante il corso di questa effetti immediati e parziali, ma insieme facendo che essi concorrano all'effetto massimo ed ultimo; quest'arte il Boccaccio non l'ebbe.... ([[Bonaventura Zumbini]])
 
====[[Domenico Rea]]====
*A [[Napoli]] Boccaccio si preparò non solo a diventare uomo, ma {{sic|intanto}} divenne sommo scrittore in quanto subì una profonda napoletanizzazione. A Napoli acquistò il vastissimo sentimento tragico della vita, di una vita in movimento, senza scrupoli, consumata dalla e nell'azione, senza mezze misure, intensa nel bene e nel male, nell'amore celeste e nel profano.
*Boccaccio lontano da Napoli vive come un emigrante. Non sa porre radici profonde in nessun altro luogo. Si rassegnerà a rimanere in Certaldo. E il paese che sempre l'attirerà, anche dopo l'amara delusione del 1362, sarà Napoli, ed è a Napoli, come gli emigranti, che penserà sempre di ritornare. A Napoli, non a [[Firenze]], che non gli ricorda le donne ingrate ma appassionate di Napoli, le scampagnate a [[Baia]], i bagni e e le cacce, quel mare, quel cielo, quella città piena di gente, amante di una vita gridata, che tira a campare senza preoccuparsi se domani sarà domenica o lunedì, giacché sarà un bel giorno se la fortuna avrà dato un segno della sua benevolenza.
*Chi prova ad affacciarsi su Napoli dall'estremo balcone della Certosa di San Martino e mira quel dedalo di vicoli, popolati da tante strane creature e afferra quel suono affascinante e misterioso come di conchiglia e rimira il porto pieno di navi e alberature, non può non pensare a Giovanni Boccaccio.
 
==Note==