Elezioni politiche italiane del 1948: differenze tra le versioni

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*Domenica 18 aprile {{NDR|1948}} non piovve. Sotto un cielo grigio, milioni di italiani, disciplinatissimi, affollano i seggi elettorali. Trentotto ore dopo – alla chiusura dei seggi – comincia il diluvio. Un diluvio di voti democristiani, una grande imprevista ondata che travolge tutti gli argini, va di là degli stessi schieramenti politici. La [[Democrazia Cristiana|DC]] passa dal 35,2 per cento del 2 giugno {{NDR|1946}} al 48,5: un balzo di tredici punti in percentuale. Socialisti e comunisti che, separati, avevano ottenuto il 39,6 scendono, uniti, al 31. [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]] ha vinto su tutta la linea. Può contare sulla maggioranza assoluta in {{sic|parlamento}} e sull'appoggio del partito di [[Giuseppe Saragat|Saragat]] che ottiene il 7,1 per cento. ([[Gianni Corbi]])
*Il 18 aprile del 1948 è unanimemente considerato da storici e politologi – per una volta tanto d'accordo – la Lepanto della DC. Da quel giorno l'Italia repubblicana appena uscita dal fascismo e dalle elezioni per la Costituente non fu più la stessa. Cominciava il lungo travagliato regno della DC, quella particolare forma di oligopolio politico così diverso da ogni altro regime democratico. Fu uno scontro duro, sleale, per molti aspetti decisivo. Come nella battaglia di Lepanto che vide contrapposte nel 1571 la flotta della Santa lega cattolica (spagnoli, veneziani, pontifici) contro lo schieramento ottomano guidato da Mehmet Alì Pascià, così nelle «caldissime» settimane della primavera 1948 altri cattolici e altri «infedeli» si scontrarono quasi ad armi pari nello scenario – desolato ma vitalissimo – di un'Italia uscita stremata da una guerra malamente perduta. ([[Gianni Corbi]])
 
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