Francesco Saverio Nitti: differenze tra le versioni

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*Più scellerata e bestiale fu in Ungheria l'azione {{NDR|antisemita}} di [[Béla Kun|{{sic|Bela Kuhn}}]], individuo di specie anche peggiore, che per qualche tempo riuscì a dominare lo Stato e poi si rifugiò in U.R.S.S. Di lui anche gli elementi estremisti ungheresi che vennero a Parigi<ref>Città ove per venti anni Nitti dimorò nel suo esilio dall'Italia.</ref> e che erano intorno al conte Karoly<ref>Mihály Károlyi (1875–1955), detto "il conte rosso" per le sue simpatie socialiste.</ref>, mi parlarono con orrore e comprendo quanto male la sua azione abbia fatto agli ebrei. (''Ariani e Semiti - Il grande equivoco degli ariani'', p. 64)
*L'uomo che nella rivoluzione francese fu il fenomeno più interessante e che fece, forse, più male alla Francia e all'Europa fu [[Jacques Pierre Brissot|Brissot]], di cui in generale gli storici della rivoluzione parlano poco o non sufficientemente. Fu sopra tutto questo piccolo giornalista da ricatti, divenuto arbitro della politica estera, che precipitò la Francia in quella serie di interminabili guerre, che dopo tante alterne vicende al loro inizio finirono poi nella tirannia e nella dominazione imperiale di Napoleone. (Cesare e Napoleone, p. 105)
*{{NDR|Jacques Pierre Brissot}} Era una delle maggiori espressioni dello [[Giacobinismo|spirito giacobino]]. Da principio non si diceva ''Jacobins'', ma ''Brissotins''. (Cesare e Napoleone, p. 105)
*Brissot era invasato dall'idea che la guerra dovea essere la suprema risorsa della rivoluzione {{NDR|francese}}. Dovunque parlava nell'assemblea nazionale, ai giacobini, nei circoli dimostrava con sicurezza che i popoli di tutta Europa erano sull'esempio dei Francesi disposti a liberarsi dei re e prevedeva vittoria facile da parte degli eserciti repubblicani. La guerra, egli affermava in uno dei suoi discorsi all'assemblea, era l'avvenire della rivoluzione e il solo pericolo era invece la pace. La Francia potea regolarsi secondo il suo interesse non essendo legata da trattati precedenti perché la sovranità del popolo non è mai legata dai trattati dei tiranni. (Cesare e Napoleone, p. 106)
*[[Papa Pio IX|Pio IX]] era un sentimentale, un romantico e un impulsivo ed era in realtà uno spirito bonario e mediocre, che passava facilmente da un eccesso all'altro. Era stato l'idolo dei liberali e si era fatto acclamare come il pontefice di larghi spiriti e rinnovatore e poi, dinanzi ai pericoli veri o immaginari era passato alla reazione più oscura, per finire più tardi nel suo lungo pontificato fino agli errori più dannosi come la proclamazione del Syllabus, che contristò i cattolici più illuminati. (''Montecassino'', p. 189)
*Concepita nobilmente la [[Società delle Nazioni|Società delle nazioni]] di Ginevra, fu in realtà un inganno alla buona fede del mondo, una ignobile istituzione, che aumentò con i suoi equivoci le cause generali di guerra e fu fra le cause della guerra del 1939.<br>Escluse da principio i vinti e poi si organizzò come una santa alleanza dei vincitori, giustificò tutti gli abusi. Divenne una borsa di valori in cui prevalevano i più forti con i loro aderenti e fu il generale equivoco di pace. (''Riflessioni e aforismi sulla guerra e sulla pace'', p. 243)