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==''Sacerdozio e rivoluzione''==
*Essere un [[vescovo]] è essere in funzione non della chiesa ma della società, proprio come essere un idraulico è in funzione non della chiesa ma della società, con questa sola, sostanziale differenza, che il lavoro dell'idraulico è immanente nella società, fa parte della materia e dell'ordito della società, mentre il compito del vescovo nella società è essenzialmente un compito rivoluzionario o sovversivo. (L'uso che faccio qui del termine rivoluzionario equivale all'uso che in passato avrei fatto della parola "trascendente", dato che quest'ultimo termine ha smarrito il suo significato cristiano; di fatto esso ha perduto sia la sua natura paradossale che la sua natura storica.) (p. 103)
*Il [[cristianesimo]] è un movimento di trasformazione del mondo, esso cerca di rinnovare i rapporti istituiti fra gli uomini allo scopo di meglio esprimere i rapporti che li costituiscono appunto come umani, esseri completamente umani; tale movimento il mondo lo deve odiare, la struttura di potere del mondo deve contrastarlo, ma col tempo "vincerà il mondo". È questa la vittoria che trionfa del mondo, "la nostra fede". Non sembra quindi irragionevole descrivere la chiesa come un movimento rivoluzionario nel mondo. La predicazione del [[Vangelo]] è un pericolo per i valori mondani, per le strutture economiche e politiche che incorporano quei valori. (p. 105)
*[...] è legittimo affermare che il cristianesimo è [[marxismo]] portato di gran lunga più avanti. Sia il cristiano che il marxista riconoscono la necessità della lotta contro forze specificamente antiumane e ambedue vedono la storia umana come la storia di questa lotta. Ambedue ricercano la fine della società del predominio, e vedono tale avvento compiersi attraverso un movimento di redenzione che non ha la sua posta, il suo premio, nella società che combattono, perché il premio è la comunità redenta dei poveri. Ambedue, inoltre, in modi diversi, (da un canto predestinazione, dall'altro teoria materialistica della storia, o materialismo storico), affermano di non proporre soltanto un ideale, qualcosa che possiamo o no scegliere di attuare, ma di rivelare dati di fatto, un progetto su cui si fonda la storia umana, che ci piaccia o no. (p. 109)