Il gladiatore: differenze tra le versioni

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→‎Dialoghi: Direi che questa riaggiunta era piuttosto significativa di per sé.
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*'''Valerio''': Torni agli accampamenti, generale? ...oppure a Roma? <br/>'''Massimo''': A casa, da mia moglie, da mio figlio e al mio raccolto... <br/>'''Quinto''': Massimo il contadino, è ancora difficile immaginarlo per me. <br />'''Massimo''': La terra si toglie molto più facilmente del sangue, Quinto.
 
*'''Massimo''': Mi hai mandato a chiamare, Cesare? ...Cesare?<br/>'''Marco Aurelio''': Dimmi di nuovo, Massimo. Perché siamo qui?<br/>'''Massimo''': Per la gloria dell'impero, Cesare.<br/>'''Marco Aurelio''': {{NDR|Smette di scrivere}} Ah, sì, sì, mi ricordo. Vedi quella mappa, Massimo? Quello è il mondo che ho creato io. In venticinque anni ho conquistato e sparso sangue espandendo l'impero di Roma. Da quando sono divenuto Cesare ho conosciuto solo quattro anni senza guerra, ''quattro'' anni di pace su venti. E per che cosa? {{NDR|Si alza e si avvicina a Massimo}} Io ho portato la spada. Niente di più.<br/>'''Massimo''': Cesare, la tua vita- {{NDR|Marco Aurelio alza la mano per interromperlo}}<br/>'''Marco Aurelio''': No no no, ti prego, non chiamarmi così. Vieni. Ti prego, siedi con me. {{NDR|Massimo si siede}} E adesso parliamo. Insieme. Semplicemente da uomini. {{NDR|Si siede anche lui}} Allora, Massimo... parla.<br/>'''Massimo''': Cinquemila dei miei uomini sono là nel fango ghiacciato. Tremila di loro sono appiagati e feriti, duemila non lasceranno mai questo posto. Non posso credere che abbiano combattuto e siano morti per niente.<br/>'''Marco Aurelio''': E che cosa credi, Massimo?<br/>'''Massimo''': Hanno combattuto per te. E per Roma.<br/>'''Marco Aurelio''': E cos'è Roma, Massimo?<br/>'''Massimo''': Ho visto gran parte del resto del mondo. È brutale. Crudele. Oscuro. Roma è la luce.<br/>'''Marco Aurelio''': Eppure non ci sei mai stato. Non hai visto cos'è diventata Roma. Non ti accorgi che io sto morendo, Massimo? Quando un uomo è vicino alla sua fine, vuole credere che la sua vita abbia avuto un senso. Come pronuncerà il mio nome il mondo, negli anni a venire? Sarò noto come il Filosofo? Il Guerriero? Il Tiranno? Oppure sarò l'Imperatore che ha restituito Roma al suo vero spirito? C'è stato un sogno una volta che era Roma. Lo si poteva soltanto sussurrare... ogni cosa più forte di un sospiro l'avrebbe fatto svanire. Era così fragile. Io temo che non sopravviverà all'inverno. Massimo, sussurriamolo così, adesso, insieme, tu e io. Tu hai un figlio. {{NDR|Massimo annuisce}} Parlami della tua casa.<br/>'''Massimo''': La mia casa è sulle colline di Trujillo. Un posto molto semplice. Pietre rosa che si scaldano al sole, e un orto che profuma di erbe di giorno e di gelsomino la notte. Oltre il cancello c'è un gigantesco pioppo, fichi, meli, peri. Il terreno, Marco, è nero, nero come i capelli di mia moglie, vigne sui declivi a sud, olivi su quelli a nord, cavallini giocano con mio figlio che vuole essere uno di loro.<br/>'''Marco Aurelio''': Da quanto manchi dalla tua casa?<br/>'''Massimo''': 2 anni, 264 giorni e questa mattina.<br/>'''Marco Aurelio''': Come ti invidio, Massimo. È una bella casa. Vale la pena combattere per essa. {{NDR|Si alza}} C'è un ultimo dovere che ti chiedo di compiere prima di tornare alla tua casa.<br/>'''Massimo''': {{NDR|Si alza}} Che cosa vuoi che faccia, Cesare?<br/>'''Marco Aurelio''': Voglio che tu divenga il protettore di Roma, dopo la mia morte. Te ne darò l'autorità... per un unico scopo: restituire il potere al popolo di Roma e porre fine alla corruzione che la rende abbietta. Accetterai questo grande onore che ti sto offrendo?<br/>'''Massimo''': Con tutto il cuore, no.<br/>'''Marco Aurelio''': Massimo, è per questo che devi essere tu!<br/>'''Massimo''': Sicuramente un prefetto, un senatore, qualcuno che conosca la città, che capisca la sua politica...<br/>'''Marco Aurelio''': Ma tu non sei stato corrotto dalla sua politica!<br/>'''Massimo''': E Commodo?<br/>'''Marco Aurelio''': Commodo è un uomo senza moralità! Questo lo sai sin da quando eri ragazzo... Commodo non può governare, non deve assolutamente governare. Tu sei il figlio che avrei dovuto avere.
 
*'''Lucilla''': Servirai mio fratello come hai servito mio padre? <br />'''Massimo''': Io servirò sempre Roma.