Alberto Maria Ghisalberti: differenze tra le versioni

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→‎Italia dal 1870 al 1915 (Fatti e figure): nota sulla Triplice alleanza
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*{{NDR|[[Francesco Crispi]]}} Il suo patriottismo era ancora ardente e vivo come nella sua giovinezza, la sua passione per la grandezza d'Italia più viva che in altri, ma, anche se le intenzioni erano ottime, troppi preconcetti dottrinari e troppe preoccupazioni di classe ostacolavano in lui la retta visione delle circostanze e la valutazione della azione altrui. Né egli sapeva, difetto grave per un uomo di Stato, proporzionare le possibilità del paese alle difficoltà dei compiti proposti e, interprete di eccessive paure borghesi e conservatrici, non si rendeva conto del significato reale e della importanza sociale delle richieste e delle prime affermazioni operaie. (cap. 11, p. 61)
*La battaglia {{NDR|di [[Battaglia di Adua|Adua]]}}, durata dall'alba alle quattordici, fu un seguito di episodi slegati, nei quali rifulsero l'eroismo individuale e lo spirito di sacrificio, non la sapienza dei capi. Il 53% dei nostri effettivi restò sul terreno: quattromilaseicento morti italiani, duemila indigeni, oltre duemila feriti. [...].<br>Di fronte a queste perdite, gravissime anche quelle del nemico: settemila morti e diecimila feriti. (cap. 12, pp. 70-71)
*Il generale [[Franz Conrad von Hötzendorf|Conrad]], divenuto nel 1906 capo di stato maggiore dell'esercito imperiale {{NDR|austroungarico}}, aveva più volte accarezzato l'idea di un attacco improvviso all'Italia, alleata del suo paese<ref>L'Italia faceva parte con Germania e Austria-Ungheria della Triplice alleanza.</ref>, soprattutto quando la vedeva impigliata in difficoltà interne o internazionali. Così fu nel 1908, in occasione della crisi prodotta dal terremoto calabro-siculo, così fu il 24 settembre e il 15 novembre 1911, quando presentava memoriali al proprio governo suggerendo di far guerra all'Italia, allora impegnata nell'impresa libica. (cap. 20, p. 113)
 
==Note==