Filippo Carli: differenze tra le versioni

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*L'ottimista è, di sua natura, generoso e liberale; e la borghesia lo fu verso il proletariato. Se il [[proletariato]] conoscesse o riconoscesse quello che la borghesia ha fatto per dargli una coscienza, per elevarlo, per organizzarlo anche, certamente intreccerebbe il filo d'oro della sua gratitudine al metallo incandescente del suo odio. Fu la borghesia che diede al proletariato la prima coscienza di sé, quando esso era ancora una massa amorfa e indifferenziata. (cap. 10, pp. 208-209)
*La estensione del diritto di voto, fino a renderlo universalissimo, fu la consegna da parte della borghesia al proletariato dell'arma più efficace per combattere le lotte della storia moderna, arma di cui il proletariato doveva servirsi anzitutto contro di lei. (cap. 10, pp. 212-213)
*Per la sua psicologia e per la sua funzione storica, la borghesia era destinata a cadere in un grande numero di gravissime contraddizioni. Intanto, mentre il suo ottimismo la portava al liberalismo, il suo istinto accumulatore la portava all'egoismo. Essa dunque concede a piene mani dei beni ideali, le libertà politiche, ma quando si tratta di fare concessioni che in qualche modo possono logorare il capitale, allora essa si irrigidisce nelle sue posizioni e nega risolutamente. Mentre elargisce con discreta disinvoltura il suffragio universale, essa è disposta, per uno sciopero, a far nascere una tragedia civile. (cap. 10, p. 213)
*[...] la [[borghesia]] è nella sua essenza la forma stessa che una società assume nei suoi momenti più dinamici; è la forma che la Società italiana assume nell'epoca comunale opponendosi vittoriosamente alla Società statica del feudalesimo, è la forma che la Società moderna assume uscendo con l'impeto delle sue energie creatrici dalle dilacerazioni della Rivoluzione Francese. (cap. 12, p. 268)
*Io ho terminato il libro ''L'equilibrio delle nazioni'' ricordando il monito della sapienza antica, essere la moderazione la suprema saggezza. (cap. 12, p. 268)