Genova: differenze tra le versioni

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*Per comprendere ciò che produce la libertà, è necessario di andare a Genova; tutto colà annunzia l'abbondanza e la ricchezza. Il commercio è l'anima di questo popolo industrioso. I nobili stessi non si vergognano di esercitarlo in ambe le riviere di ponente e di levante, che ho percorso in tutta la loro estensione, camminando non di rado colle mani e coi piedi... I Genovesi e gli Olandesi sono i banchieri di tutti i principi d'Europa, che abbisognano di denaro. ([[Carlantonio Pilati]])
*Per la prima giornata, il viaggio da Genova verso sud, lungo il mare, è uno dei più belli che si possano fare. Genova poi sorge sulle colline, in mezzo ad oliveti verdi-azzurri. Nei giardini crescevano aranci e melograni, e i lucenti limoni verde pallido facevano pensare alla primavera, proprio allora che noi scandinavi ci approssimiamo all'inverno. I temi degni d'un quadro succedevano l'uno all'altro; per me tutto era nuovo e indimenticabile, e vedo ancora adesso gli antichi ponti ricoperti d'edera, i cappuccini per la strada e le schiere di pescatori genovesi con i berretti rossi in testa. La costa era tutto uno splendore, con le belle ville e il mare costellato di velieri e vapori dai camini fumanti. ([[Hans Christian Andersen]])
*Più di questo. ([[slogan]])
*Preso l'omnibus (2 soldi) fino all'estremità del porto. Il [[Lanterna di Genova|faro]] (alto 300 piedi). Ci son salito. Vista superba. La costa verso il sud. Un promontorio. Tutta Genova e le sue [[Forti di Genova|fortezze]] dinanzi a voi. L'altezza e la distanza di queste fortezze, la loro esterna solitudine. La desolazione, l'aspetto selvaggio delle valli che intercorrono sembrano fare di Genova la capitale e il campo fortificato di Satana; fortificato contro gli Arcangeli. Le nuvole che si addensano sui bastioni sembrano immaginarie. ([[Herman Melville]])
*Quando io venni al mondo Genova era una delle più belle e tipiche città italiane. Aveva un centro storico ben conservato e tale da conferirle un posto di privilegio tra le ''villes d'art'' del mondo; una circonvallazione più moderna dalla quale il mare dei tetti grigi d'ardesia lasciava allo scoperto incomparabili giardini pensili; e a partire dalla regale via del centro una ragnatela di caruggi che giungeva fino al porto [...]. Ma Genova non saprei dimenticarla. Ne conosco il dialetto, l'ho parlato a casa e fuori [...]. Una città che è una striscia di venti chilometri, da Voltri a Nervi, e a mezza via il grosso nodo centrale. Vista da un aereo sembra un serpente che abbia inghiottito un coniglio senza poterlo digerire. ([[Eugenio Montale]])