Italo Calvino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix vari
aggiusto note, - citazione non fontata
Riga 1:
[[ImmagineFile:Italo Calvino.gif|thumb|Italo Calvino]]
{{Indicedx}}
'''Italo Calvino''' (1923 – 1985), scrittore e partigiano italiano.
 
==Citazioni di Italo Calvino==
*A un certo punto era solo questo rapporto a interessarmi, la mia storia diventava soltanto la storia della [[penna]] d'oca della monaca che correva sul foglio bianco. (da<ref>Da ''I nostri antenati'', prefazione, p. XIX)</ref>
*{{NDR|Su ''[[Cristo si è fermato a Eboli]]''}} C'è nel libro un alto livello intellettuale, vi si respira la cultura europea in cui [[Carlo Levi]] ha affondato le sue radici, diciamo la cultura europea fino a quell'epoca, fino alla seconda guerra mondiale; c'è la passione di sistemarne tutti i dati di un discorso coerente, e non ancora il timore di spezzare l'armonia d'una sistemazione con nuove acquisizioni, con nuove messe in questione; non ancora insomma l'olimpicità culturalmente paga di se stessa che Carlo Levi si forgiò in seguito come una corazza contro tanta parte del problematismo contemporaneo. Con ''Paura della libertà'' la passione dell'intelligenza in un momento di scacco generale muove a inglobare e classificare istituzioni, miti, personaggi storici, movimenti profondi dell'animo umano. (da<ref>Da «Galleria», 3-6 (1967), pp. 237-40, a cura di Aldo Marcovecchio; citato in Carlo Levi, ''Cristo si è fermato a Eboli'', Einaudi, 1990, p. IX)</ref>
*[[Emilio Cecchi|Cecchi]] era considerato poco meno che un nemico. [...] l'immagine di Cecchi era legata ai comportamenti negli anni della censura e del conformismo di Stato, soprattutto per essersi prestato a far da pompiere nella battaglia di [[Elio Vittorini|Vittorini]] sulla barricata della letteratura americana, cioè quella che era stata a quei tempi la bandiera rivoluzionaria dei giovani. Ma ogni generazione ha la sua ottica, e una volta dato per scontato che Cecchi era sempre stato un conservatore per temperamento e per convinzione, si trattava per me di vedere in positivo cosa poteva trasmettermi la sua esperienza.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/14/cecchi-pesci-drago.html?ref=search ''Cecchi e i Pesci-Drago'']'', ''la Repubblica'', 14 luglio 1984.</ref>
*Certe cose sulla vita partigiana nessuno le ha mai dette, nessuno ha mai scritto un racconto che sia anche la storia del sangue nelle vene, delle sostanze nell'organismo. (da<ref>Da un colloquio con [[Ferdinando Camon]], citato in ''Corriere della sera'', 29 agosto 2007)</ref>
*Certo nella sua opera {{NDR|di [[Henry James]]}}, tutta sotto il segno dell'elusività, del non detto, della ritrosia, questo {{NDR|Daisy Miller}} si presenta come uno dei racconti più chiari, con un personaggio di ragazza pieno di vita, eppure è un racconto non meno misterioso degli altri di questo introverso autore, tutto intessuto com'è dei temi che s'affacciano, sempre tra luce e ombra, lungo l'intera sua opera. (dall<ref>Dall'introduzione a Henry James, ''Daisy Miller'', Baldini Castoldi, 2012)</ref>
*{{NDR|Su [[George Orwell]]}} Che si sia tardato ad ascoltarlo e comprenderlo non fa che provare quant'era in avanti rispetto alla coscienza dei tempi.<ref>Citato nell'introduzione di Silvio Perrella a [[George Orwell]], ''Nel ventre della balena'', Giunti, [https://books.google.it/books?id=1MegDQAAQBAJ&pg=PT16 p. 16]. ISBN 8858759273</ref>
*{{NDR|Sull'[[ispirazione]]}} Ci metto molto a iniziare se ho l'idea per un romanzo, trovo ogni scusa possibile per non lavorarci. Una volta iniziato, so essere molto veloce. (citato<ref>Citato in ''Corriere della sera'', 30 marzo 2010)</ref>
*Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con [[Benedetto Croce|Croce]], che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all'altra. Mi chieda pure quel che vuol sapere, e Glielo dirò. ''Ma non Le dirò mai la [[verità]]'', di questo può star sicura. (da<ref>Da una lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964<ref; group="fonte">Citatocitato in ''La strada di San Giovanni'', Mondadori, Milano, 2010, [https://books.google.it/books?id=yb_rRC1LFH8C&pg=PT8 p. 8].</ref>)
*È difficile associare l'idea della morte – e fino a ieri quella della malattia – alla figura di [[Elio Vittorini|Vittorini]]. Le immagini della negatività esistenziale, fondamentali per tanta parte della letteratura contemporanea, non erano le sue: Elio era sempre alla ricerca di nuove immagini di vita. E sapeva suscitarle negli altri. (da<ref>Da ''Il Confronto'', II, 10, luglio-settembre 1966)</ref>
*Era ora. Da vent'anni la letteratura italiana ha uno scrittore che non assomiglia a nessun altro, inconfondibile in ogni sua frase, un inventore inesauribile e irresistibile nel gioco del linguaggio e delle idee... Manganelli è il più italiano degli scrittori e nello stesso tempo il più isolato nella letteratura italiana.<ref (dallname=centuria>Dall'Introduzioneintroduzione a [[Giorgio Manganelli]], ''Centuria'', Adelphi, Milano 1995)</ref>
*[[Ernest Hemingway|Hemingway]] è figlio delle contraddizioni di un'epoca: ribelle e denunciatore per un verso, ma per un altro senza fiducia in un avvenire, e invece disperatamente in cerca di un mito oscuro di antichità: l'[[Europa]], il Cattolicesimo, l'[[Italia]], la [[Spagna]]. (citato<ref>Citato in Giuseppe Trevisani, ''Hemingway'', CEI, Milano 1966)</ref>
*Il genere umano è una zona del vivente che va definita circoscrivendone i confini. (dall<ref>Dall'introduzione a [[Plinio il Vecchio]], ''Storia naturale'', Einaudi)</ref>
*Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero.<ref (daname=eremita>Da ''Eremita a Parigi. Pagine autobiografiche'', Palomar-Mondadori, Milano 1994)</ref>
*Io credo alla pedagogia repressiva. Mi rendo conto di essere molto antiquato in questo, ma continuo ad essere convinto che resti il miglior metodo d'educazione alla cultura. (citato<ref>Citato in Luca Clerici, Bruno Falcetto, ''Calvino & l'editoria'', Marcos y Marcos, 1993)</ref>
*Io sono la pecora nera, l'unico letterato della famiglia.<ref group="fonte">Da AA. VV., ''Ritratti su misura di scrittori italiani'', a cura di Elio Filippo Accrocca, Sodalizio del Libro, Venezia, 1960; ora ''Ritratto su misura'', in ''Eremita a Parigi'', Mondadori, 2010.</ref>
*Nell'[[eros]] come nella ghiottoneria, il piacere è fatto di precisione. (dall<ref>Dall'introduzione a [[Charles Fourier]], ''Teoria dei quattro movimenti'', Einaudi, 1971)</ref>
*{{NDR|Su [[George Orwell]]}} [...] libellista di second'ordine. (da<ref>Da ''I libri degli altri''; a cura di Carlo Fruttero, Einaudi, Torino, 1991, p. 46)</ref>
*Lord Jim è un giovane che abbraccia la carriera di capitano marittimo con un ideale di eroismo e abnegazione... Egli punta tutto sul grande momento della prova suprema in cui dimostrerà tutto il suo valore.<ref group="fonte" name=jim>Citato in Federica Almagioni, ''prefazione'' a [[Joseph Conrad]], ''Lord Jim'', traduzione di Alessandro Gallone, Alberto Peruzzo Editore, 1989.</ref>
*{{NDR|[[Thomas Mann]]}} Lui capì tutto o quasi del nostro mondo, ma sporgendosi da un'estrema ringhiera dell'Ottocento. Noi vediamo il mondo precipitando nella tromba delle scale. (da<ref>Da ''La giornata d'uno scrutatore'')</ref>
*{{NDR|Parlando del padre Mario}} Mi proponevo di fargli raccontare dettagliatamente la sua vita avventurosa (che poteva darmi materia per più d'un romanzo!) ma tardai troppo a mettere in atto questo proposito anche perché non abitavo più a San Remo e lo vedevo di rado. A settantacinque anni fu colpito da trombosi ed era ormai troppo tardi. M'è rimasto il rimorso di non aver raccolto le sue memorie.<ref>Citato in Paolo Di Stefano, [http://www.corriere.it/cultura/17_luglio_16/italo-calvino-italianista-ricerche-padre-misteri-stefano-adami-78f1c22e-6a2e-11e7-8c31-e178b0f54dfe.shtml ''Calvino, i misteri russi del padre''], ''Corriere.it'', 16 luglio 2017.</ref>
*Nella mia vita ho incontrato [[Donna|donne]] di grande forza. Non potrei vivere senza una donna al mio fianco. Sono solo un pezzo d'un essere bicefalo e bisessuato, che è il vero organismo biologico e pensante. (dall<ref>Dall'intervista di Ludovica Ripa di Meana, ''Se una sera d'autunno uno scrittore'', ''L'Europeo'', 17 novembre 1980)</ref>
*Oggi il linguaggio politico italiano si è molto complicato, tecnicizzato, intellettualizzato, e credo che tenda a saldarsi in un arco che comprende cattolici e marxisti [...] più a non dire che a dire [...] il linguaggio "obiettivo" del telegiornale, quando riassume i discorsi dei leaders politici: tutti ridotti a minime variazioni della stessa combinazione di termini anodini, incolori e insapori. Insomma, il vocabolo semanticamente più povero viene sempre preferito a quello semanticamente più pregnante.<ref>Da ''Contemporaneo'', V; citato in Franco Fochi, ''Lingua in rivoluzione'', Feltrinelli, Milano, 1966, p. 264.</ref>
*Per il giovane, la donna è quel che sicuramente c'è.<ref>Dall'introduzione a ''I nostri antenati''.</ref>
*Quando ho cominciato a scrivere ''Il visconte dimezzato'', volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente anche gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell'uomo tagliato in due, dell'uomo dimezzato fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo [[Incompletezza|incompleti]], tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.<ref>Da un'intervista con gli studenti di Pesaro, 11 maggio 1983, in ''Il gusto dei contemporanei. {{small|Quaderno numero tre}}'', Pesaro, 1987, p. 9.</ref>
*Questa dell'amore per le cose di cui parla è una caratteristica che bisogna tener presente se si vuole riuscire a definire la singolarità dell'operazione letteraria di Levi. Perché quest'uomo che si dice sempre che mette se stesso al centro d'ogni narrazione, che fa scaturire sempre attorno alla sua presenza incontri straordinari, è poi lo scrittore piú dedito alle cose, al mondo oggettivo, alle persone. Il suo metodo è di descrivere con rispetto e devozione ciò che vede, con uno scrupolo di fedeltà che gli fa moltiplicare particolari e aggettivi. La sua scrittura è un puro strumento di questo suo rapporto amoroso col mondo, di questa fedeltà agli oggetti della sua rappresentazione. (da<ref>Da «Galleria», 3-6 (1967), pp. 237-40, a cura di Aldo Marcovecchio; citato in Carlo Levi, ''Cristo si è fermato a Eboli'', Einaudi, 1990, p. XII)</ref>
*Tutta la sua opera mira all'enciclopedia [...]. Si parla sempre dell'impareggiabile fantasia di [[Jules Verne|Verne]] nel prevedere le invenzioni scientifiche. In realtà era un grande lettore di riviste scientifiche, che arricchiva di quello che via via veniva a sapere sulle ricerche in corso. (da<ref>Da ''Viaggio al centro di Jules Verne'', in ''la Repubblica'', 29 gennaio 1978)</ref>
*{{NDR|[[Rocco Scotellaro]]}} era una testa solida il ragazzo di Tricarico uno di quei tipi che hanno sempre qualche idea loro da darti e qualche idea tua da farti germogliare in mente.
*Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.<ref (da ''Eremita a Parigi'')name=eremita/>
*Tutta la sua opera mira all'enciclopedia [...]. Si parla sempre dell'impareggiabile fantasia di [[Jules Verne|Verne]] nel prevedere le invenzioni scientifiche. In realtà era un grande lettore di riviste scientifiche, che arricchiva di quello che via via veniva a sapere sulle ricerche in corso. (da ''Viaggio al centro di Jules Verne'', in ''la Repubblica'', 29 gennaio 1978)
*Un episodio<ref>Riferito a un episodio del film ''[[La dolce vita]]'' (1960), in cui il libero pensatore Steiner uccide i figli e poi si suicida.</ref> talmente privo di qualsiasi verità e sensibilità (tale da restare un punto nero per il regista e gli sceneggiatori che ne sono responsabili) ci prova a quali risultati di non-verità può portare una costruzione a freddo di film a ossatura ideologica.<ref group="fonte">Da un'intervista per ''Cinema Nuovo''; citato in ''[http://www.lastampa.it/2009/12/30/spettacoli/la-dolce-vita-un-film-cattolico-BBWQfsgjJDibZI5VGx0bVP/pagina.html La dolce vita? Un film cattolico]'', ''LaStampa.it'', 30 dicembre 2009.</ref>
*Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno. (da ''Eremita a Parigi'')
*Un libro straordinario, ''Centuria'', la cui ricchezza di motivi non posso propormi d'esplorare in questa nota, intesa solo a offrire un inquadramento generale dell'opera di [[Giorgio Manganelli|Manganelli]] e a invitare a valicarne la soglia.<ref (citato in Giorgio Manganelli, ''Centuria'', Adelphi, Milano 1995)name=centuria/>
*Un episodio<ref>Riferito a un episodio del film ''[[La dolce vita]]'' (1960), in cui il libero pensatore Steiner uccide i figli e poi si suicida.</ref> talmente privo di qualsiasi verità e sensibilità (tale da restare un punto nero per il regista e gli sceneggiatori che ne sono responsabili) ci prova a quali risultati di non-verità può portare una costruzione a freddo di film a ossatura ideologica.<ref group="fonte">Da un'intervista per ''Cinema Nuovo''; citato in ''[http://www.lastampa.it/2009/12/30/spettacoli/la-dolce-vita-un-film-cattolico-BBWQfsgjJDibZI5VGx0bVP/pagina.html La dolce vita? Un film cattolico]'', ''LaStampa.it'', 30 dicembre 2009.</ref>
*Zig zag tracciato dai cavalli al galoppo e dalle intermittenze del cuore umano. (da<ref>Da ''Ariosto geometrico'', in ''Italianistica'', settembre-ottobre 1974)</ref>
*Un libro straordinario, ''Centuria'', la cui ricchezza di motivi non posso propormi d'esplorare in questa nota, intesa solo a offrire un inquadramento generale dell'opera di [[Giorgio Manganelli|Manganelli]] e a invitare a valicarne la soglia. (citato in Giorgio Manganelli, ''Centuria'', Adelphi, Milano 1995)
*Un libro (io credo) è qualcosa con un principio e una fine (anche se non è un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un'uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità di aprirsi una strada per venirne fuori. (da<ref>Da una conferenza tenuta il 29 marzo 1983 agli studenti della Columbia University di New York, citato nell'introduzione a ''Le città invisibili'', Mondadori, 2012, p. VI)</ref>
*Zig zag tracciato dai cavalli al galoppo e dalle intermittenze del cuore umano. (da ''Ariosto geometrico'', in ''Italianistica'', settembre-ottobre 1974)
*Un libro (io credo) è qualcosa con un principio e una fine (anche se non è un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un'uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità di aprirsi una strada per venirne fuori. (da una conferenza tenuta il 29 marzo 1983 agli studenti della Columbia University di New York, citato nell'introduzione a ''Le città invisibili'', Mondadori, 2012, p. VI)
 
==''I racconti''==
Line 217 ⟶ 216:
 
==''Marcovaldo''==
{{C|controllare edizione e pagine}}
===[[Incipit]]===
Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre. <br />Un giorno, sulla striscia d'aiola d'un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lí prendeva ogni mattina il tram.<br />Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l'attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto.
Un giorno, sulla striscia d'aiola d'un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lí prendeva ogni mattina il tram.<br />
Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l'attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto.
 
{{NDR|Italo Calvino, ''Marcovaldo'', Einaudi}}
Line 368 ⟶ 366:
==Note==
<references/>
 
===Fonti===
<references group="fonte"/>
 
==Bibliografia==