Prometeo: differenze tra le versioni

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*Il giovane lungimirante Titano aveva tutto quel che occorre per incantare. Era forte, di una bellezza quasi imbarazzante, fedele, leale, discreto, modesto, spiritoso, sollecito, beneducato ed era, nel complesso, un compagno alquanto seducente e accattivante. Piaceva a tutti, ma soprattutto a Zeus. Quando la fitta agenda di quest'ultimo lo consentiva, i due andavano a camminare insieme in campagna, parlando di tutto e di niente: della sorte, dell'amicizia, della famiglia, della guerra e del destino, nonché di tante frivolezze senza senso, come si fa tra amici.
*Per quanto avesse sempre voluto bene a Zeus, sentiva di volere ancor più bene al genere umano. L'esaltazione e la determinazione erano più forti del timore dell'ira divina. Odiava l'idea di far arrabbiare il suo amico, ma, alle strette, non aveva scelta.
*Prometeo, principale creatore dell'uomo, nonché nostro amico e difensore, per noi è stato maestro, ha rubato e si è sacrificato. Ognuno di noi ha in sé un po' del fuoco di Prometeo, senza il quale non saremmo umani. È giusto compatirlo e ammirarlo, ma lui, a differenza di altri dei invidiosi ed egoisti, non ci chiederebbe mai di venerarlo, di lodarlo e di adorarlo.
*Sì, i suoi umani erano felici; ma per Prometeo, in una vita così sicura e priva di complicazioni proprio non c'era sugo. Per avicinarsi alla condizione di beatitudine che le sue creature meritavano, al genere umano occorreva qualcosa di più. Occorreva il ''fuoco''. Fiamme vere, brucianti, feroci, balenanti che consentissero di fondere e sciogliere, grigliare e tostare, bollire e arrostire, foggiare e forgiare; inoltre avevano bisogno di un fuoco interiore, creativo, divino, che permettesse loro di pensare, di immaginare, di osare, di agire.