André Suarès: differenze tra le versioni

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*L'[[arte]] è il luogo della perfetta libertà.<ref>Da ''Poète tragique''; citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644</ref>
*La [[povertà]] è una compagna ardente e temibile; è la più antica nobiltà del mondo e ben pochi ne sono degni.<ref>Da ''Péguy'', 1915; citato in Gianfranco Ravasi e Adriano Sofri, ''Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli'', RCS, 2013, [https://books.google.it/books?id=6bIWAwAAQBAJ&pg=PT9 introduzione].</ref>
*Niente è altrettantocosì bello a [[Roma]] chequanto il sito e il clima, gli orizzonti e la luce. Ora la [[campagna romana|Campagna]] era all'origine di questo splendore e, oserei dire, la febbre, l'abbandono e il deserto. La malaria è il respiro delle rovine: un ornamento o una malattia? Amo quest'incertezza e che tutto, nel fondo, si contraddica. Così il cuore e la ragione, eternamente.; l'ideale e l'utile.<br>Roma cadente e abbandonata, era per noi un tesoro senza prezzo. Perché avere paura o vergogna di confessarlo?
:''Rien n'est si beau à Rome que le site et le climat, les horizons et la lumière. Or, la Campagne était à la source de cette splendeur; et, si j'ose dire, la fièvre, l'abandon et le désert. La malaria est le souffle des ruines; une parure ou une maladie? J'aime cette incertitude et que tout, dans le fond, se contredise. Ainsi le cœur et la raison, éternellement; l'idéal et l'utile.<br>Rome ruineuse et délaissée nous était un trésor sans prix. Pourquoi avoir peur ou honte de l'avouer?''
*Rovine e preti, dei preti e delle rovine, ecco Roma nella sua autentica bellezza: essa esige il silenzio e la virtù di una meditazione immobile. Gettata in mezzo a questo mirabile cimitero della storia, la vita proletaria è di una volgarità odiosa. La plebe è sempre proletaria. E l'alveare proletario è sempre la democrazia. Che essa sia coronata, cosa importa? Il tiranno, l'assemblea, o l'imperatore all'antica, la corona cambia forma; ma è sempre la stessa bestia che la cinge.<br>I preti d'ogni specie, di ogni colore, di ogni paese, di ogni rango salvano ancora la bellezza di Roma. Le conservano la sua atmosfera da cimitero. Ecco la vera Città Eterna. D'altronde, grazie ad essi, Roma sembra la stazione universale delle rovine. È al tal punto vero, che incontrando improvvisamente al Borgo un Giapponese e due Cinesi, mi sembrarono i soli vivi. E fui preso da un folle riso.<ref name=Ruskin>Citato in ''Vues sur l'Europe'', [https://books.google.it/books?id=1Cjf4iiDzMAC&lpg=PP1&dq=&pg=PR51-IA2#v=onepage&q&f=false p. 52]</ref>