Xavier de Maistre: differenze tra le versioni

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*Dopo la poltrona, procedendo verso il nord, si scopre il [[letto]], che è disposto in fondo alla stanza, e crea la più gradevole delle prospettive. È disposto nel modo più felice: i primi raggi del sole vengono a trastullarsi sulle cortine. – Nelle belle giornate d’estate, li vedo avanzare lungo la parete bianca, man mano che s’alza il sole: gli olmi che stanno davanti alla mia finestra li rifrangono in mille modi, e li fanno ondeggiare sul mio letto color di rosa e bianco, che diffonde dappertutto una luce incantevole nata dal loro riverbero. – Sento il garrire confuso delle rondini che si sono impossessate del tetto di casa, il cinguettio degli altri uccelli che abitano negli olmi: allora mille idee ridenti colmano il mio spirito; e, nell’universo intero, nessuno ha un risveglio altrettanto piacevole e tranquillo del mio (p. 29).
*Che ricco tesoro di piaceri la buona natura ha elargito agli uomini il cui cuore sa godere! e quale varietà in quei piaceri! Chi potrà contarne le innumerevoli sfumature nei diversi individui e nelle diverse età della vita? – Il ricordo confuso di quelli della mia infanzia mi fa ancora trasalire (p. 65).
===[[Explicit]]===
*Oggi dunque sarò libero, o piuttosto tornerò in catene! Il giogo degli affari peserà di nuovo su di me; non farò più un passo che non sia misurato dal decoro e dal dovere. – Già fortunato se qualche dea capricciosa non mi farà dimenticare l'uno e l'altro, e se sfuggirò a questa nuova e pericolosa prigionia!<br>Ah! perché non lasciarmi finire il viaggio! Era davvero per punirmi che m'avevano relegato nella mia stanza? – in questa contrada deliziosa, che racchiude tutti i beni e tutte le ricchezze del mondo? Tanto varrebbe esiliare un topo in un granaio.<br>Eppure, mai mi sono accorto più chiaramente ch'io sono ''doppio''. – Mentre ripiango le mie gioie immaginarie, mi sento consolato a forza: una potenza segreta mi trascina; – mi dice che ho bisogno dell'aria e del cielo, e che la solitudine somiglia alla morte. Eccomi agghindato; – la porta s'apre; – vago sotto i portici spaziosi di via Po; – mille fantasmi gradevoli volteggiano davanti ai miei occhi. – Sì, ecco proprio quel palazzo, – quella porta – quella scala; – sussulto in anticipo.<br>È così che si pregusta un sapore acre mentre si taglia un limone per mangiarlo. <br>Oh bestia mia, povera bestia mia, bada a te! {{ndr|Traduzione di Rosa Maria Losito}}