Vintilă Horia: differenze tra le versioni

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*È possibile che un dio muoia? Un dio fra tanti altri, perché non si ritrarrebbe davanti alla stanca adorazione degli uomini? Gli dèi muoiono coi loro ultimi fedeli. Nuovi dèi nascono probabilmente fra noi, senza che noi ce ne accorgiamo. Essi non attendono che un nome per farsi adorare. (da ''Anno quarto'', p. 84)
*Faccio parte dei vincitori vinti. Augusto mi ha esiliato per farmi soffrire e ho sofferto. Ma adesso so che Roma, quella Roma che al principio della mia sofferenza era la meta di tutti i miei pensieri, non si trova al crocevia di tutte le vie terrene, ma in altra parte, a capo di un'altra via. E so che Dio è nato, anche Lui, in esilio. (da ''Anno sesto'', p. 162)
 
===Citazioni su ''Dio è nato in esilio''===
*Questo libro scritto come una relazione in prima persona di un personaggio storico appartenente ai tempi antichi, è soprattutto, un libro simbolico. Non è difficile trasportarlo al tempo presente. Il [[mondo]] aspetta sempre il momento in cui possa riconoscere il suo salvatore. Il mondo è sempre dominato da alcuni «[[Augusto|Augusti]]» e dai loro eserciti di conquista, di delazione e di bassa polizia. Il mondo è popolato da gente per la quale la felicità è rappresentata dall'amore venale, dall'epicureismo che consiste nel godere il tempo che passa. Il mondo è popolato da giusti ignorati, da coloro che disprezzano i potenti, come da quei [[Geti]] dagli occhi azzurri, come da questi sconosciuti che praticano l'ospitalità e per i quali la morte è una seconda nascita. [[Dio]] nasce sempre in esilio, nell'esilio di noi stessi ed anche nell'esilio che noi gli conserviamo. ([[Franz Weyergans]])
 
==''Quaderno italiano''==