Xavier de Maistre: differenze tra le versioni

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== ''Il lebbroso della città di Aosta'' ==
===[[Incipit]]===
*La parte meridionale della città di Aosta è al dì d'oggi quasi deserta, e non pare essere stata mai di molto abitata. Tra le mura antiche romane e i muriccioli nuovi di alcuni giardini giacciono ivi campi e prati solinghi, degni pur di chiamar l'attenzione dello straniero. Vedresti appresso alla porta della città le rovine di un castello dove nel secolo XV, secondo la tradizione popolare, il conte Renato di Chalant, furente di gelosia, spense di fame la sua sposa Mencia principessa di Braganza Quinci il nome di Bramafame, ossia grido della fame, dato al castello da' paesani, e l'amore messo dalle persone che intenerite credono a quella storia, della quale tuttavia potrebbesi contrastare l'autenticità.
 
===Citazioni===
*Nè è sempre tra le selve e le rupi la [[solitudine]]; il misero è solo per ogni dove (p. 314).
*Ei v'ha nell'estrema miseria un piacere non sentito d'altrui, e che forse vi parrà strano, il piacere di esistere e respirare (p. 315).
 
*Io non debbo aver altra [[società]] che me stesso, nè altro amico che Dio (p. 328).
===[[Explicit]]===
*"A che", diss'egli finalmente, "tenterei io di farmi illusione? Io non debbo aver altra [[società]] che me stesso, nè altro amico che Dio; in lui ci rivedremo; addio, generoso forestiero, siate felice.... addio per sempre." Il Viaggiatore uscì, il lebbroso serrò la porta, e tirò da dentro il chiavistello.
 
== Bibliografia==