Francesco Crispi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix
→‎Citazioni su Francesco Crispi: Alberto Maria Ghisalberti
Riga 13:
*Crispi sarà ministro un dì – certo – e forse in epoca non lontana – né sarà dei peggiori che afflissero Italia. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])
*Il 5 marzo {{NDR|1896, dopo la disfatta di Adua}}, alla riapertura della Camera, egli si ritrasse senza neppur tentare di difendere l'opera sua. Era un uomo forte e sopravvisse, esasperato e avvilito, ancora cinque anni, nel silenzio e nel deserto. Indubbiamente era stato un politico di nobili intenzioni, il primo, forse, fra gli uomini di governo della nuova Italia, a indicare alte {{sic|mète}} alla patria. Ma s'era speso nel suo orgoglioso sogno con un ardore senza controllo, dominato com'era dalla sua natura fragorosa e spettacolosa e «pieno di rancori e di vendette» (così lo giudicava [[Domenico Farini]], che pure era a lui legato da profonda amicizia e da comunanza di idee). I fatti avevano ormai confermata la sua intrinseca incapacità di tradurre le proprie idee nella pratica, cioè di commisurare la politica di grandezza ch'egli perseguiva appassionatamente con la miseria delle risorse: in una parola la sua fiammeggiante retorica. ([[Nino Valeri]])
*Il suo patriottismo era ancora ardente e vivo come nella sua giovinezza, la sua passione per la grandezza d'Italia più viva che in altri, ma, anche se le intenzioni erano ottime, troppi preconcetti dottrinari e troppe preoccupazioni di classe ostacolavano in lui la retta visione delle circostanze e la valutazione della azione altrui. Né egli sapeva, difetto grave per un uomo di Stato, proporzionare le possibilità del paese alle difficoltà dei compiti proposti e, interprete di eccessive paure borghesi e conservatrici, non si rendeva conto del significato reale e della importanza sociale delle richieste e delle prime affermazioni operaie. ([[Alberto Maria Ghisalberti]])
*L'accusa di bigamia contro lui portata potrà essere confutata sul terreno giuridico: non era confutabile sul terreno morale. L'abbandono della Montmasson, fedele ed eroica compagna dei giorni più duri, non può essere scusato. ([[Arturo Carlo Jemolo]])
*Soprattutto perché, implicato in quegli abusi {{NDR|bancari}}, e largamente con i suoi familiari, fu il siciliano Francesco Crispi, il quale represse con durezza estrema la contemporanea rivolta dei "fasci" sviluppatasi nella sua isola, è soltanto la sconfitta di Adua gli impedì di seppellire il regime parlamentare trent'anni prima di [[Benito Mussolini|Mussolini]]. ([[Gianfranco Miglio]])