Lenin: differenze tra le versioni

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*Un prete cattolico che violenti fanciulle... è molto meno pericoloso per la democrazia di un prete senza abiti sacri, un prete senza religione grossolana, un prete ideale e democratico che predica la creazione di un nuovo [[Dio]]. Poiché smascherare il primo prete è facile, non è difficile condannarlo e scacciarlo – ma il secondo non si lascia scacciare così semplicemente; è mille volte più difficile smascherarlo, e nessun piccolo borghese " Fragile e incostante" si dichiarerà disposto a condannarlo.<ref>Tratto dalla ''Lettera a Maksim Gor'kij'', 14 novembre 1913; citato in ''Prima di morire – appunti e note di lettura'' di [[Che Guevara|Ernesto Che Guevara]].</ref>
*Uno [[Schiavitù|schiavo]] che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero.<ref>Citato in ''[https://www.lacittafutura.it/esteri/7-novembre-2017-cento-volte-grazie 7 Novembre 2017, Cento volte Grazie]'', ''Lacittafutura.it''.</ref>
 
=== ''Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento'' ===
*Se per un socialdemocratico il concetto di "lotta politica"coincide con il concetto di "lotta economica contro i padroni e contro il governo", è naturale che per lui "l'organizzazione dei rivoluzionari" coincida più o meno con "l'organizzazione degli operai". E ciò effettivamente accade agli economisti, sicchè, discutendo con costoro sull'organizzazione parliamo letteralmente due linguaggi diversi. [...] La lotta politica della socialdemocrazia è molto più vasta e complessa della lotta economica degli operai contro i padroni e contro il governo. Perimenti (e per questa ragione) l'organizzazione di un partito socialdemocratico rivoluzionario deve necessariamente ''essere distinta'' dall'organizzazione degli operai per la lotta economica. ("Che fare, problemi scottanti del nostro movimento"<ref name="Che fare">V. Lenin, ''Che fare, problemi scottanti del nostro movimento", Stoccarda, Marzo 1901. <br />
Ristampa nella collana "La Biblioteca storica-documenti" , presentazione del dott. A. Sallusti, intr. di Francesco Perfetti; distribuito come supplemento gratuito al quotidiano ''Il Giornale'', OCLC 1046049632 (codice ISBN assente)</ref>
*L'organizzazione degli operai deve innanzitutto essere professionale, poi essere la più vasta possibile e infine essere la meno clandestina possibile. Al contrario, l'organizzazione dei rivoluzionari deve comprendere prima di tutto e principalmente uomini la cui azione sia rivoluzionaria. [...] Per questa caratteristica comune ai membri dell'organizzazione ''nessuna distinzione deve assolutamente esistere fra operai e intellettuali'', e a maggior ragione nessuna distinzione sulla base di mestiere. Tale organizzazione necessariamente non deve essere molto estesa e deve essere quanto più clandestina è possibile. (p. 166 <ref name="Che fare" />)
* Nei paesi politicamente liberi la differenza fra l'organizzazione tradunionista e l'organizzazione politica è evidente, come è evidente la differenza fra i [[sindacato|sindacati]] e la socialdemocrazia. [...] Le organizzazioni operaie per la lotta economica devono essere organizzazioni tradunioniste. Ogni operaio socialdemocratico deve, per quanto gli è possibile sostenerle e lavorarvi attivamente. (pp. 166, 167<ref name="Che fare" />)
*In un'organizzazione numerosa una stretta clandestinità è impossibile. Come conciliare la necessità di avere molti iscritti e insieme una severa clandestinità?[...]Con la legalizzazione noi non possiamo risolvere il problema di creare un'organizzazione professionale che sia la meno clandestina e la più larga possibile. A noi resta la via delle organizzazioni professionali segrete e ''dobbiamo'' aiutare con tutte le nostre forze gli operai che già si mettono su questa strada. Le organizzazioni professionali possono essere utilissime non solo per sviluppare e consolidare la lotta economica, ma offrono inoltre un aiuto prezioso per l'agitazione politica e per l'organizzazione rivoluzionaria. (pp. 168, 170<ref name="Che fare" />)
 
===Attribuite===