Anna Louise Strong: differenze tra le versioni

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== Citazioni di Anna Louise Strong ==
* Da un lato, [[Iosif Stalin|Stalin]] aveva la capacità di avvertire con estrema chiarezza quella che io chiamo la "volontà del popolo", ed era perfettamente padrone della tecnica necessaria a trasformare questa volontà in azione reale, dall'altro nutriva la convinzione - e insieme aveva la capacità di comunicarla agli altri - che il suo operato fosse in funzione di un futuro migliore per tutta l'umanità.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 52.</ref>
 
* L'[[Trattato di Rapallo (1922)|accordo di Rapallo]] - semplice, dignitoso ed efficace - rappresentò la prima mossa da parte di un'altra nazione per aiutare la [[Germania]] a rimettersi in piedi. Forse, se altri ne avessero seguito l'esempio, in quell'epoca in cui la Germania faceva degli sforzi per raggiungere un ordine democratico, [[Adolf Hitler|Hitler]] non sarebbe mai giunto al potere.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 133.</ref>
 
* La [[Costituzione sovietica del 1936|Costituzione sovietica]] era una sfida aperta diretta al nazifascismo, allora al potere in Germania. I [[Nazionalsocialismo|nazisti]] proclamavano logora e superata la democrazia: tutti gli oratori sovietici salutarono la democrazia e il socialismo come invincibili. [[Adolf Hitler|Hitler]] predicava la superiorità e l'inferiorità delle razze: [[Iosif Stalin|Stalin]] contrapponeva al [[razzismo]] una delle più impetuose e complete dichiarazioni dell'uguaglianza degli uomini che mai sono state fatte.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, pp. 108-109.</ref>
 
* La firma del patto {{ndr|[[Patto Molotov-Ribbentrop|Molotov-Ribbentrop]]}} nel momento in cui l'Europa, da un'ora all'altra, attendeva l'attacco di [[Adolf Hitler|Hitler]] alla Polonia mutò l'equilibrio delle forze nel Continente. [...] L'Europa orientale sperava chiaramente che il patto, pur non potendo arrestare l'attacco di Hitler alla Polonia, bloccasse il dilagare della guerra verso oriente. Gli alleati di Hitler erano furiosi. [[Benito Mussolini|Mussolini]] e [[Francisco Franco|Franco]] disapprovarono apertamente. Il colpo fu terribile per Tokio, perché il [[Giappone]] stava già combattendo contro l'[[Unione Sovietica]] sui confini della Mongolia, e si diceva che avesse dichiarato a Hitler che in agosto sarebbe stato pronto ad unirsi al "grande attacco".<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 140.</ref>
 
* La grande finanza britannica, che aveva strangolato la democrazia tedesca chiedendo impossibili riparazioni, aiutò [[Adolf Hitler|Hitler]] con investimenti e prestiti. In tutto il mondo i democratici attenti e perspicaci sapevano che questi favori a Hitler erano fatti dai conservatori inglesi che vedevano in lui il loro "uomo-fucile" contro i Soviet.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 135.</ref>
 
* Nell'[[Inghilterra]] capitalista la fabbrica apparve come uno strumento di profitto e di sfruttamento. Nell'[[Unione Sovietica]], essa non fu solo uno strumento di ricchezza collettiva, ma un mezzo consapevolmente usato per spezzare vecchie catene.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 100.</ref>
 
* Per dieci anni, [[Maksim Maksimovič Litvinov|Litvinov]] era stato nel mondo il simbolo di un programma di pace da attuare attraverso accordi collettivi contro l'aggressione. Con le dimissioni di Litvinov, Mosca disse al mondo che questo programma, ormai, era fallito. Esso era stato frustrato in Manciuria, in Abissinia, in Spagna, in Cina, in Austria, in Albania, in Cecoslovacchia, a Memel: otto anni di fallimenti, dovuti alla politica arrendevole o incoraggiante dei capi delle democrazie occidentali verso gli aggressori.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 138.</ref>
 
* [[Iosif Stalin|Stalin]] era il più abile dirigente di discussioni che avessi mai incontrato nella mia carriera fra gli uomini politici, un uomo che sapeva conciliare i diversi punti di vista con una facilità che rasentava il genio, e sollecitare ed esprimere l'altrui volontà indicando, fra tutte le possibili, la retta via da seguire.<ref>Da ''L'era di Stalin'', Napoli, La Città del Sole, 2004, p. 56.</ref>