Camillo Benso, conte di Cavour: differenze tra le versioni

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==''Lettere edite ed inedite di Camillo Cavour''==
*Sono molto lusingato dell'opinione che il vostro illustre amico manifesta al mio riguardo, ma non posso condividerla. Egli diffida troppo della libertà e fa eccessivamente conto sull'influenza che possiedo. Personalmente, non ho alcuna fiducia nelle dittature e sopratutto nelle dittature civili. Io credo che con un Parlamento si possano fare molte cose impossibili ad un potere assoluto. Un'esperienza di tredici anni mi ha convinto che un ministero onesto ed energico, che non abbia nulla da temere dalle rivelazioni della tribuna e che non sia incline a lasciarsi intimidire dalla violenza dei partiti estremi, ha tutto da guadagnare nelle lotte parlamentari. Non mi sono mai sentito tanto debole quanto nel momento in cui le Camere erano chiuse. D'altra parte, non potrei tradire la mia origine, rinnegare i principi di tutta la mia vita. Sono figlio della libertà, ed è ad essa che devo quello che sono. Se si dovesse mettere un velo sulla sua statua, non spetterebbe a me farlo. Se si riuscisse a persuadere gli italiani che hanno bisogno di un dittatore, sceglierebbero [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e non me, ed avrebbero ragione. La strada parlamentare è più lunga, ma è più sicura...
:''Je suis très flatté de l'opinion que votre illustre ami manifeste a mon égard, mais je ne puis la partager. Il se méfie trop de la liberté et il compte beaucoup trop sur l'influence que je possède. Pour ma part, j'ai nulle confiance dans les dictatures et surtout dans les dictatures civiles. Je crois qu'on peut faire avec un Parlement bien des choses qui seraient impossibles à un pouvoir absolu. Une expérience de treize années m'a convaincu qu'un ministère honnête et énergique, qui n'a rien à redouter des révélations de la tribune et qui n'est pas d'humeur à se laisser intimider par la violence des partis extrêmes, a tout à gagner aux luttes parlementaires. Je ne me suis jamais senti si faible que lorsque les Chambres étaient fermées. D'ailleurs, je ne pourrais trahir mon origine, renier les principes de toute ma vie. Je suis fils de la liberté, et c'est à elle que je dois ce que je suis. S'il fallait mettre un voile sur sa statue, ce ne serait pas à moi de le faire. Si l'on parvenait à persuader aux italiens qu'il leur faut un dictateur, il choisiraient Garibaldi et pas moi, et ils auraient raison. La route parlementaire est pus longue, mais elle est plus sûre...''(dalla lettera alla contessa Anastasia De circourtCircourt, da Torino dell'ottobre 1860, p. 25)
*Io reputo [...] che non sarà l'ultimo titolo di gloria per l'Italia di aver saputo costituirsi a nazione senza sacrificare la libertà alla indipendenza, senza passare per le mani dittatoriali di un [[Oliver Cromwell|Cromwell]], ma svincolandosi dall'assolutismo monarchico senza cadere nel dispotismo rivoluzionario. (dalla lettera all'avvocato Vincenzo Salvagnoli, (''Deputato al Parlamento''), da Torino del 2 ottobre 1860, p. 24)
*''Carissimo Amico'',<br>Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli. (dalla lettera a Luigi Carlo Farini da Torino del 5 ottobre 1860, pp. 31-32)