Lazarillo de Tormes: differenze tra le versioni

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[[File:El Lazarillo de Tormes de Goya.jpg|thumb|Lazarillo e il cieco, dipinto di [[Francisco Goya]]. «Si rizzò, mi afferrò per la testa, e, come se fosse stato un cane da caccia, si pose a fiutare il mio alito per trovare la passata del salsicciotto» (p. 16)]]
'''''Lazarillo de Tormes''''' è un romanzo picaresco spagnolo pubblicato anonimo nel 1554.
 
==Citazioni==
*È forse da credersi che il soldato, il quale monta prima di tutti sulla breccia, abbia in odio la vita più d'un altro? No certamente: ma il desiderio della [[lode]] lo fa esporre al pericolo (p. 1).
*Quante persone ci devon essere nel mondo che fuggono gli altri perchè non si vedono per sè! (p. 5)
*{{NDR|Lo scudiero}} si vestì placidamente, si pettinò, si lavò le mani, attaccò la spada al cinturone, e mi disse mentre che glie la cingevo: «Se tu sapessi, Lazzarino, che lama ch'è questa ! Non la baratterei con tutto l'oro del mondo, perchè fra tutte quelle che ha fatto Antonio non ce n'è un'altra, a cui sia riuscito a dare la tempra di questa.» Allora la tirò fuori del fodero, la fece scorrere tra le dita e riprese : «Con questa qui scommetto di tagliare in due una rocca carica di lana.» «E io» dissi fra me «coi miei denti, benché non sieno d'acciaio, scommetto di troncare in due un [[pane|pan]] di cinque libbre !» (p. 42)
*O Signore, Signore! Quanta gente dovete aver messo al mondo che soffre per quello che essa chiama decoro {{NDR|''[[Onore|honra]]''}} ciò che non soffrirebbe per voi! (p. 43)
 
==Bibliografia==