Kwame Nkrumah: differenze tra le versioni

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*Buona parte della grande ricchezza mineraria africana, che sarebbe dovuta restare in Africa per svilupparvi le industrie di base, è stata sistematicamente portata altrove. È un processo tuttora in atto, anche nei paesi indipendenti. C'è chi afferma che le condizioni e le risorse dell'Africa mal si prestano all'industrializzazione. Così facendo, si cerca di giustificare la politica economica delle potenze coloniali e di legittimare l'infiltrazione del neocolonialismo. (pp. 61-62)
 
*Qui in Africa abbiamo tutto ciò che serve per diventare un continente forte, moderno e industrializzato. Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno messo in luce di recente come l'Africa, lungi dal disporre di risorse inadeguate, ha più di qualsiasi altra regione del mondo tutto ciò che occorre per intraprendere un processo d'industrializzazione. L nostre potenziali riserve di minerale di ferro, ad esempio, potrebbero durare su per giù duemila anni. Si calcola che i depositi di carbone raggiungano i quattromilacinquecento milioni di tonnellate. Sembra che le riserve di petrolio del Sahara siano pari a quelle della penisola arabica. Il gas naturale abbonda nelle viscere del Sahara. È noto che i depositi di vanadio della Rodesia del Nord sono i secondi al mondo per grandezza. Non ci sono limiti all'energia idroelettrica che si potrebbe produrre. In Ghana abbiamo giacimenti di bauxite da duecento milioni di tonnellate. Ho citato solo alcune delle nostre risorse naturali; si potrebbero aggiungere molti altri dati, non meno impressionanti. Una coltavolta che l'intero continente sarà stato sottoposto a rilevamenti geologici, si scoprirà senz'altro una gran quantità di nuove ricchezze.<br>La vera ragione della lentezza dello sviluppo industriale in Africa risiede nelle politiche del periodo coloniale. In pratica tutte le nostre risorse naturali, per non parlare del commercio, dei traffici marittimi, dell'attività bancaria, delle opere di costruzione e così via, sono cadute in mano di stranieri interessati ad arricchire investitori di altri paesi e a frenare l'iniziativa economica locale, e vi rimangono ancora oggi. (p. 62)
 
*Ovviamente, in Africa c'è bisogno dell'investimento di capitali provenienti dall'estero. Ma solo in presenza di una reale indipendenza politica, i profitti derivanti dall'investimento di questi capitali possono essere distribuiti in una proporzione che risulti equa sia per l'investitore straniero, sia per il popolo del paese in cui viene fatto l'investimento. (p. 63)