Kwame Nkrumah: differenze tra le versioni
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*In un mondo diviso tra fronti contrapposti e fazioni in guerra, se l'Africa è disunita non potrà che soccombere. [[Patrice Lumumba]], che aveva visto e vissuto sulla propria pelle i mali generati dalla disunione in Congo, sostenne con grande convinzione questo punto di vista quando venne ad Accra, nell'agosto 1960. Forse non tutti sanno che in quell'occasione si disse pronto a lavorare nella più stretta collaborazione possibile con gli altri Stati africani indipendenti per la costituzione di un'Unione degli Stati Africani.<br>Non mancheranno le differenze tra gli Stati africani indipendenti. Abbiamo contese di confine e una moltitudine di altri problemi interterritoriali che possono trovare soluzione solo nel contesto di un'unità africana. (p. 238)
*L'Africa ha il più grande potenziale
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*Mentre in Africa, essendo per noi di capitale importanza l'obiettivo dell'unità, ci sforziamo di concertare i nostri sforzi in questa direzione, i neocolonialisti fanno di tutto per vanificarli, incoraggiando la formazione di comunità basate sulle lingue dei loro vecchi colonizzatori. Non possiamo permetterci di essere così disorganizzati e divisi. Il fatto che io parlo l'inglese non fa di me inglese. Parimenti, il fatto che alcuni di noi parlano il francese o il portoghese non fa di noi né francesi né portoghesi. Siamo innanzitutto africani, e da africani il nostro interesse maggiore può essere servito solo coll'unità in seno ad una comunità africana. Né il Commonwealth né una comunità franco-africana può sostituirla. Per noi, l'Africa e le sue isole sono una sola Africa. Rifiutiamo qualsiasi idea di partizione. Da Tangeri o dal Cairo nel nord fino alla Città del Capo nel sud, dal capo Guardafui nell'est fino alle isole di Capo Verde nell'ovest, l'Africa è una e indivisibile.
:''While we in Africa, for whom the goal of unity is paramount, are striving to concert our efforts in this direction, the neocolonialists are straining every nerve to upset them by encouraging the formation of communities based on the languages of their former colonizers. We cannot allow ourselves to be so disorganized and divided. The fact that I speak English does not make me an Englishman. Similarly, the fact that some of us speak French or Portuguese does not make us Frenchmen or Portuguese. We are Africans first and last, and as Africans our best interests can only be served by uniting within an African Community. Neither the Commonwealth nor a Franco-African Community can be a substitute. To us, Africa with its islands is just one Africa. We reject the idea of any kind of partition. From Tangier or Cairo in the North to Capetown in the South, from Cape Guardafui in the East to Cape Verde Islands in the West, Africa is one and indivisible.'' (p. 217)
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