Caitlin Moran: differenze tra le versioni

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* L'idea che in fin dei conti siamo tutti degli idioti benintenzionati che cercano di darsi da fare rappresenta l'alfa e l'omega della mia visione del mondo. (p. 132)
* La maggior parte della discriminazione sessuale è imputabile a uomini abituati a considerarci sconfitte. Ecco dove sta il problema: abbiamo una cattiva reputazione perché gli uomini sono abituati a vederci arrivare seconde o a essere squalificate. (p. 133)
* Fino a oggi quasi tutto è stato creato dagli uomini e rifiutare risolutamente questa realtà rende tutto più complicato e oneroso nel lungo termine. Fingere che le donne abbiano sì contribuito alla storia dell'umanità ma non siano riuscite a farlo bene tanto quanto i maschi - ossia che l'emancipazione femminile si sia già realizzata e però non abbia funzionato bene -, ribadisce il pregiudizio che le donne non siano brave quanto gli uomini, punto e basta. È una conferma del fatto che lo status quo vada mantenuti così com'è da sempre, ossia con il mondo ossequiosamente disegnato in base alle priorità, alle esigenze, agli sghiribizzi e ai successi maschili. Le donne hanno perso la partita senza nemmeno avere provato a giocare; la verità è proprio questa, non ci abbiamo nemmeno provato. Ce ne renderemo conto quanto ci proveremo. (pp. 134-135)
* Diritto di voto non significa vera eguaglianza. È difficile vedere il soffitto di vetro perché è fatto di vetro ed è quindi virtualmente invisibile; ciò di cui abbiamo bisogno è che sopra il soffitto volino più uccelli che ci scacazzino per bene, così da farcelo vedere meglio. (p. 137)
* La mia esperienza mi suggerisce che centomila anni di dominazione maschile si fondano sul semplice fatto che agli uomini non viene la cistite. (p. 137)
* Non è una coincidenza il fatto che gli sforzi verso l'emancipazione femminile siano dovuti necessariamente passare per il doppio binario dell'industrializzazione e della contraccezione: le macchine ci hanno reso uguali agli uomini nel lavoro e la pillola ci ha consentito di poter esprimere il nostro desiderio liberamente. (pp. 137-138)
* Ai vincitori spettarono l'istruzione, il dibattito e il concetto di «normalità». Essere un uomo, così come le esperienze maschili, erano considerati «la norma»; tutto il resto era altro. E in quanto «altro», le donne (prive di città, filosofi, imperi, eserciti, politici, esploratori, scienziati e ingegneri) erano le perdenti. (p. 138)
* Qualsiasi rivoluzione che voglia dirsi tale deve comunicare con il maggior numero di persone possibile. (p. 140)
* Oltre alla biancheria intima, un altro dei mestieri della donna è l'[[amore]]. Le donne devono innamorarsi. Dopo la [[guerra]] e la [[malattia]], la disgrazia più grande che possa capitare a una donna è non essere amata, e quindi non voluta. (p. 146)
* La lingua ci dice esattamente ciò che pensiamo della donna senza legami: sta tutto nella differenza tra «scapoli» e «zitelle». Gli scapoli hanno un'intera vita davanti per potersi divertire, mentre le zitelle devono giocarsi tutto e subito. La domanda di mercato indica il valore di una donna: se sei single significa che non ti vuole nessuno e quindi, se questo stato di cose si protrae nel tempo, diventi meno desiderabile. Considerata l'importanza che viene attribuita ai legami, c'è poco da stupirsi che le donne siano ossessionate dall'idea dell'amore e delle relazioni sentimentali. (p. 147)
* All'epoca delle nostre prime relazioni sentimentali, io e le mie amiche sperimentiamo l'esistenza di un paradosso spossante: in amore nulla è come sembra. Infatti la situazione-tipo prevede un uomo follemente innamorato disposto a trascorrere il resto della vita con voi, il quale però ve lo farà capire in maniera così sottile che solo se siete talentuose e determinate potrete intuirne gli intenti. È un rompicapo in stile ''Codice da Vinci'': se un uomo vi porta fuori a cena, vi tromba e poi non vi chiama più per due settimane, sta cercando di mettervi alla prova chiedendovi di risolvere un enigma che voi, grazie a un po' di algebra, ad antichi papiri e ore di lagna telefonica con le amiche, riuscirete a decifrare per portarvi a casa il premio finale: il matrimonio. (p. 151)