Kwame Nkrumah: differenze tra le versioni

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*L'obiettivo socialista implica il bene universale del paese, e nell'interesse di quell'obiettivo socialista sarà necessario che tutti noi sacrifichiamo qualche desiderio personale immediato per un più grande beneficio più in là nel tempo. Un più rapido sviluppo attraverso le eccedenze o i servizi sociali nell'interesse della comunità conferisce più vantaggi a un maggior numero di persone che gli stipendi aumentati per un certo gruppo di operai.
:''The socialist objective implies the universal good of the nation, and in the interests of that socialist objective it will be necessary for all of us to forgo some immediate personal desire for a greater benefit a bit later on. Speedier development out of surpluses or social services in the interest of the community confer more advantages upon a greater number of people than would increased wages for certain groups of workers.'' (p. 123)
 
*CiC'è sonochi alcuni che sostengonosostiene che l'Africa non puòpossa unirsiunificarsi perché manchiamole deimancano i tre fattoriingredienti indispensabilinecessari per lall'unità, cioè: una razza, una cultura e una lingua comunecomuni. È vero che per secoli siamo stati divisi per secoli. Le frontierebarriere territoriali che ci dividono furono fissateinnalzate molto tempo fa, dallespesso potenzein coloniali,maniera atotalmente voltearbitraria, deldalle tuttopotenze arbitrariamentecoloniali. Alcuni di noi sono musulmani, alcunialtri cristiani;, molti credono neglinelle deitradizionali tribalidivinità tradizionalitribali. Alcuni di noi parlano il francese, altri l'inglese, altri ilancora portoghese, per non parlare dei milioni di persone che parlanosi soloesprimono unaesclusivamente dellein centinaiauno delledei diversecento linguee africanepiù dialetti africani. Abbiamo acquisitosviluppato differenze culturali che influenzano lail nostranostro visionemodo di vedere le cose e chee condizionano il nostro sviluppoprogresso politico. <br>Tutto ciò è inevitabile, datoconsiderato il nostro contestoretroterra storico. Eppure, malgrado tutto ciò, sono convinto che le forze che conduconopuntano all'unità superanosuperino di gran lunga quelle che ci dividono. Nell'incontrareOgni fratellivolta che incontro amici africani provenienti da ogniuna qualunque parte del continente, sonomi semprestupisce impressionatoriconoscere daquante quantocose abbiamo in comune. Non èsi soltantotratta ilsolo del nostro passato coloniale, o ildel fatto che abbiamo degliobiettivi scopianaloghi, comuni. Èè qualcosa di molto più profondo. PossoLo meglio descriverlodescriverei come un senso di uni-citàunità ingenerato quellodal chenostro ci faessere ''africani''. (p. 217)
:''There are those who maintain that Africa cannot unite because we lack the three necessary ingredients for unity, a common race, culture and language. It is true that we have for centuries been divided. The territorial boundaries dividing us were fixed long ago, often quite arbitrarily, by the colonial powers. Some of us are Moslems, some Christians; many believe in traditional, tribal gods. Some of us speak French, some English, some Portuguese, not to mention the millions who speak only one of the hundreds of different African languages. We have acquired cultural differences which affect our outlook and condition our political development. All this is inevitable, due to our historical background. Yet in spite of this I am convinced that the forces making for unity far outweigh those which divide us. In meeting fellow Africans from all parts of the continent I am constantly impressed by how much we have in common. It is not just our colonial past, or the fact that we have aims in common, it is something which goes far deeper. I can best describe it as a sense of one-ness in that we are Africans.'' (p. 132)
 
*CiForse potrebbenon essereè qualcheprivo di significato dietro il fatto che Monrovia, cheda cui ha dato il suopreso nome allail criccagruppo che dà priorità alle associazionimanovre associative economiche, èsia la capitale dell'unicaunico nazionepaese suldel continente africano che non ha dovuto lottarecombattere una battaglia per affermare la sua sovranità politica. In ogniCiò casononostante, la [[Liberia]] siha èdovuto sforzatalottare diduramente mantenereper difendere la suapropria integrità e vitalitàricchezza nazionale contro lel'invasione usurpazioni territorialiterritoriale ed economicheeconomica messa in atto delleda potenze straniere lungonel corso di tutta la sua storia, piuttostotutt'altro movimentatache lineare, e moltepiù di una voltevolta deve aver desideratosperato ilin sostegnoun aiuto che i suoi vicini colonizzati non potevanoerano offrirlein condizione di darle. (p. 237)
:''There may be some significance in the fact that Monrovia, which has given its name to the group that attaches priority to economic associations, is the capital of the one country on the African continent which has not had to fight a battle for its political sovereignty. Nevertheless, Liberia has had ruggedly to hold its national integrity and viability against the territorial and economic encroachments of outside powers throughout its somewhat chequered history, and must many times have wished for the help that its colonialized neighbours were then unable to give.'' (p. 147)
 
*In un mondo diviso in campi ostili e fazioni bellicose, l'Africa non può restare divisa senza andare in rovina. [[Patrice Lumumba]], che aveva visto e sofferto per i mali della divisione nel Congo, lo ha sostenuto con grande fermezza quando venne ad Accra nell'agosto del 1960. Forse non è generalmente noto che allora ci accordammo per lavorare nella più stretta associazione con gli altri stati africani indipendenti per l'istituzione di una Unione di Stati africani. È inevitabile che ci siano differenze fra gli stati indipendenti d'Africa. Abbiamo problemi di frontiera e una lunga serie di altri problemi interterritoriali che si possono risolvere solo entro il contesto dell'unità africana.
:''In a world divided into hostile camps and warring factions, Africa cannot stand divided without going to the wall. Patrice Lumumba, who had seen and suffered from the evils of disunity in the Congo, held this view very strongly when he came to Accra in August 1960. It may not be generally known that he agreed then to work in the closest possible association with other independent African states for the establishment of a Union of African States. There are bound to be differences between the independent states of Africa. We have frontier troubles, and a host of other inter-territorial problems which can only be resolved within the context of African unity.'' (pp. 147-148)